Gaetano Scirea, la morte che sconvolse il mondo del calcio
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Gaetano Scirea, la morte che sconvolse il mondo del calcio

Il 3 settembre 1989 l'indimenticato libero della Juventus e della Nazionale campione del mondo a Spagna '82 perse la vita in un tragico incidente stradale in Polonia.

Gaetano Scirea, la morte che sconvolse il mondo del calcio
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31 Agosto 2024 - 14.54 Culture


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di Gabriele Bisconti

Giocatore dalla classe e intelligenza tattica superiori, Gaetano Scirea è stato un precursore del ruolo di regista difensivo e un simbolo di correttezza. Toccò a Sandro Ciotti, durante una puntata de La Domenica Sportiva, annunciare la scomparsa di Gaetano Scirea in diretta tv.

Sono passati 35 anni da quel tragico 3 settembre 1989 quando il grande ex difensore della Juventus e della Nazionale campione del mondo a Spagna ’82, che si era ritirato dal calcio da poco più di un anno, perse la vita a seguito di un tremendo incidente stradale in Polonia nei pressi della località di Babsk.

Definire Gaetano Scirea un difensore sarebbe riduttivo. Scirea era un libero (uno dei più forti della storia del calcio), un giocatore moderno che si muoveva sul campo con una leggerezza e un’eleganza disarmanti. Ed era – soprattutto – un precursore, un innovatore.

Le sue avanzate palla al piede dal limite della propria area fino alla trequarti avversaria erano diventate il suo marchio di fabbrica, un esempio per tutti. Era un libero, ma ragionava da trequartista, da regista puro. Mai una parola fuori posto, mai un’intervista sbagliata.

Scirea non sprecava una singola parola e non amava per nulla le telecamere e le luci dei riflettori. Eppure in campo tutti guardavano lui: il perfetto profilo di leader silenzioso. Insieme a Dino Zoff, Claudio Gentile e Antonio Cabrini aveva formato una delle linee difensive più forti di sempre.

In 624 presenze in gare ufficiali tra Serie A, Serie B, Coppa dei Campioni, Coppa delle Coppe, Coppa Uefa e Supercoppa Europea, Gaetano Scirea era riuscito a non rimediare nemmeno un cartellino rosso. Zero espulsioni. Un dato incredibile per uno che di professione faceva il difensore, ma decisamente più comprensibile se si osservava attentamente Scirea sul rettangolo di gioco: pulito negli interventi, bravissimo a temporeggiare lasciando sempre la prima mossa all’attaccante, mai azzardato negli anticipi.

Il suo palmares parla per lui: 7 scudetti, 2 Coppe Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una coppa Uefa, una Coppa Intercontinentale con la Juventus e un Mondiale con la Nazionale. Scirea ha vinto tutto quello che c’era da vincere.

Era un oblò sul mondo Gaetano, non solo l’ultimo uomo prima dell’estremo difensore.

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