Si apre domani a Roma l’incontro promosso da La Civiltà Cattolica e La Georgetown University sul tema della “civiltà dell’incontro”. In un tempo ancora segnato dall’ideologia dello scontro di civiltà questo seminario acquista maggiore importanza se si considera che queste due importanti istituzione culturali dei mondo dei gesuiti hanno invitato due importanti uomini della curia romana ai lavori, il responsabile del Dialogo Interreligioso e il Prefetto che presiede l’importante dicastero per l’Evangelizzazione dei popoli.
Una prospettiva dunque di collaborazione nel nome dell’incontro tra chi si occupa di dialogo e chi si occupa di missioni nel mondo insieme a due prestigiose istituzioni culturali.
Ma la cifra dell’iniziativa, come spesso accade, l’ha data papa Francesco, scrivendo un messaggio di apprezzamento per l’iniziativa. Il papa afferma che “il nostro mondo sa moltiplicare le connessioni, ma proprio oggi facciamo fatica ad ascoltarci e a comprenderci. Il dialogo è espressione autentica dell’umano, una via che merita di essere intrapresa con pazienza, per trasformare la competizione in collaborazione. Dobbiamo spendere le nostre energie per educare all’apertura rispettosa nei confronti degli altri, riconoscendone i diritti e le libertà fondamentali. E’ la via per edificare insieme il futuro. Sia questo il vostro compito: far sì che le differenze convivano integrandosi, arricchendosi e illuminandosi a vicenda, anche se questo comporta discussioni e diffidenze. La fratellanza, intesa nel suo senso più profondo, è infatti un modo di fare la storia, compito nel quale vi invito ad impegnarvi con decisione”. In tempi di urti e steccati ideologici che riemergono prepotenti, che impauriti davanti alle sfide di una globalizzazione malvestita e ridotta al solo cambio finanziario rianima i vecchi nazionalismi, il messaggio di Francesco pone in poche ma chiarissime parole i termini necessari per procedere e non arretrare. Fare la storia insieme è la sfida che non può essere capita illudendosi di tornare indietro né pensando di cancellare le differenze in una globalizzazione che nega le identità dei popoli.
Il convegno celebrerà il primo anno dalla pubblicazione dell’Enciclica Fratelli tutti per contribuire a realizzarne la visione: prima fra tutte la capacità di interrogarsi sui problemi che affliggono il mondo, caratterizzato dalla frammentazione politica e socio-economica e dalle culture dello scarto.