Kirill 'benedice' ancora la guerra: così il Patriarca diventa indispensabile per il regime poliziesco di Putin
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Kirill 'benedice' ancora la guerra: così il Patriarca diventa indispensabile per il regime poliziesco di Putin

Il patriarca di tutte le Russie ha invitato ancora una volta a stringersi intorno allo Zar contro i nemici interni e esterni. Ha fatto la diga contro il malcontento

Kirill 'benedice' ancora la guerra: così il Patriarca diventa indispensabile per il regime poliziesco di Putin
Kirill I, patriarca di Mosca e di tutte le Russie
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

11 Aprile 2022 - 16.45


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Il patriarca di Mosca se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Senza di lui anche in questa guerra, come in ogni guerra, potremmo infatti avere dei dubbi nel capire cosa ci sia davanti a noi. Nulla è più ambiguo delle guerre. Ma lui, il patriarca di Mosca e di tutte le Russia, ci vuole bene, sembra non possa sopportare l’idea che qualcosa ci metta in difficoltà nel capire dove siamo. Infatti ieri, nel suo sermone domenicale, ha pregato il Signore di “aiutare tutti noi in questo periodo difficile per la nostra madrepatria per unirci tutti, anche attorno alle autorità”. Uniti dunque, con le autorità costituite, ma per fare cosa? Ma “per respingere i nemici, sia interni che esterni”, riferisce l’agenzia Tass. 

Dunque due cose sono molto interessanti sin qui. Innanzitutto la madrepatria è in pericolo, ma la madrepatria non viene citata per nome e cognome. E’ la Russia, ok. Ma quale Russia? Forse la Federazione Russa? E allora perché non esorta l’esercito della Federazione Russa a tornare a casa? Dunque la madrepatria non è il suo paese, la Federazione, ma quel “mondo russo” che ingloba l’Ucraina contro la volontà degli ucraini, ma secondo la volontà del patriarca e di Mosca e di tutte le Russia. Siamo alle patrie innominabili! E perché? Perché Kirill doveva parlare ai russi, ai cittadini della Federazione Russa, ma senza dire che la Federazione Russa è la loro patria. La loro patria è tutto il mondo russo su cui lui e Putin devono comandare. Se avesse nominato il “mondo russo” avrebbe incluso gli ucraini, che non ne vogliono sapere, ormai al di là di ogni dubbio. E non avrebbe potuto parlare di “nemici interni” senza correre il rischio di far apparire per tali tutti gli ucraini, popolo negato da Putin e dal patriarca. No, i nemici interni sono i russi che non stanno con lui e con Putin!

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Si può trarre una prima conclusione? Sin qui infatti sembra lo preoccupi il dissenso politico, visto che ha aggiunto che “il potere è un’istituzione inalienabile, creata da Dio”. E’ il potere che viene da Dio e che non va usato per vivere in modo più agiato da parte di lo detiene, ma per servire tutti. Quasi un invito a  Putin, ma a cosa? 

La Tass ovviamente non ci aiuta a capire ma sembra chiaro che Kirill offra il suo sostegno all’autocrazia putiniana ribadendo però che il malessere che forse serpeggia per il fatto che i costi della guerra sono tutti sul popolo e non sulla nomenklatura pesa. Qui forse si può vedere più che una crepa un problema, che forse preoccupa il patriarca più del dissenso politico.

Per mantenere il suo rapporto con il gregge il patriarca non può nascondere la fondatezza di qualche malessere che evidentemente serpeggia. Non lo sposa, ma lo recepisce. Se la piazza mormora e bisogna difendere la guerra allora bisognerà pur dir qualcosa. E il lusso, lo sfarzo dei potenti viene scelto in questo momento di crisi come il punto debole dal quale distanziarsi. E’ l’indicazione del punto debole, che Kirill non può nascondere. Parla di nemico interno come avrebbe fatto qualsiasi apparato poliziesco e questo inquieta, dice che  il nemico interno va respinto, usando anche qui un vocabolario che sempre preso a prestito da quello militare, ma non può ignorare l’urto tra sfarzo di pochi e penuria per molti. Così evita che il suo castello divenga una torre dentro il Cremlino e basta. Putin avrà un grande consenso, ma il patriarca ha capito che non è scontato che duri, e sembra aver trovato così il modo per puntellarlo. E’ così che la sua Chiesa diventerà ancora più indispensabile al regime. 

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