Il liberismo economico e quello sociale si contendono i voti cattolici: ma il Vangelo non è una caserma
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Il liberismo economico e quello sociale si contendono i voti cattolici: ma il Vangelo non è una caserma

La storia occidentale ha fatto il suo percorso, il clerico fascismo è stato sconfitto, al suo posto si è affermata un’ideologia consumista. 

Il liberismo economico e quello sociale si contendono i voti cattolici: ma il Vangelo non è una caserma
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

7 Settembre 2022 - 18.12


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Il Pd e le altre formazioni della sinistra farebbero bene a riflettere su quanto detto da Silvio Berlusconi ad a Avvenire e i cattolici farebbero altrettanto bene a rendersi conto che in quell’intervista la loro visione dell’uomo viene esaurita ad astiosi divieti. 

La sinistra italiana, e con essa il Pd, dopo il crollo del muro di Berlino ha perso la propria cultura di base, fatta in buona sostanza di “classe e solidarietà”, e il suo gruppo dirigente ha pensato che una politica economica liberista fosse necessaria, imposta dalla realtà della storia e dei fatti.  Si sarebbe dovuta pensare una sua gestione temperata, ma il modello non appariva più in discussione. Questo stato di cose ha consentito proprio quello che dice Berlusconi: la trasformazione del Pd in un partito radicale di massa. 

Assumere il liberismo economico all’ombra di un facilmente visibile liberismo sociale, i famosi “diritti civili” è stato il modo per rendere politicamente facile un cambiamento paradigmatico. La colonizzazione della sinistra è cominciata prima, quando si cominciò a parlare di Bologna città comunista e consumista. Quell’idea era in previsione di questa, ma aveva bisogno di un liberismo sociale che la completasse. I radicali erano il partito perfetto per questa svolta. Portatori di un visione dell’individuo che inizia e finisce in se stesso, vi fondano quella che ritengono una questione sociale, i diritti civili, mai sociali. 

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Quando la sinistra era certa che esistesse, e esisteva, una destra clerico fascista, rappresentata dallo slogan “Dio, patria,  famiglia”, la sfidò con la stagione referendaria. Era un blocco di potere che si doveva sconfiggere, un’idea patriarcale di famiglia, un‘idea clericale di Dio, un’idea razziale di patria. Ma la storia occidentale ha fatto il suo percorso, il clerico fascismo è stato sconfitto, al suo posto si è affermata un’ideologia consumista. 

Per una società di consumatori il problema della responsabilità verso il prossimo cambia rispetto a una società di fratelli. Tra consumatori non ci sono vincoli, ognuno consuma come ritiene. Ciò che conta per il consumatore è poter consumare quando ritiene e quanto ritiene. Il clericalismo e il clerico fascismo di ritorno hanno teso a resistere in virtù della radicalizzazione degli opposti estremismi. Un’affannosa guerra tra culture ha teso a contrapporre i fautori di aborto, matrimoni omosessuali e altri tematiche simili a proibizione di ogni tipo di aborto, condanna dell’omosessualità come malattia o perversione (sulla base di che?) e altri oscurantismi simili. In questa contesa tra opposti estremismi sembra che alla sinistra interessi che, chi vuole, muoia subito e alla Chiesa che chiunque soffra fino all’ultimo tormento. 

Eppure nel 1961 le suore cattoliche durante la guerra in Congo furono autorizzate a usare anticoncezionali per contenere i danni e le conseguenze dei possibili stupri. Il problema dunque sono gli opposti estremisti:  la sinistra rimanda un’immagine di società che non è la sua, dove ognuno è da solo con la sua libertà che riguarda solo lui, e il cattolicesimo è trasformato in ideologia della destra restrittiva, proibizionista, autoritaria, cioè della società che sogna che le donne tornino a stare a casa, sottomesse ai mariti.

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 La società che si percepisce leggendo il Vangelo non è una caserma. Ma questa guerra culturale non mi sembra evangelica, né capisco che tipo di società pensi la sinistra, non solo il Pd, visto che se c’è un aborto terapeutico non capisco quale possa essere il diritto all’aborto. La colonizzazione culturale della sinistra ha fatto dimenticare a tutti il referendum sullo stato dei lavoratori? Qui commette un errore Berlusconi: se Renzi è il leader che ha realizzato  le unioni civili, giustissime e incomprensibilmente definite anticamere della legge Zan, è anche il leader che ha attuato l’agenda dei radicali a Berlusconi assai cara, quella sullo statuto dei lavoratori. 

La discussione con il cattolicesimo dunque riguarda entrambi. E’ abbastanza riduttivo presentarsi come favorevoli al cattolicesimo perché favorevoli al rispetto della vita dal concepimento alla morte naturale e altre cose un po’ incongruenti. Ma stiamo alla vita. Al momento dei concepimento certamente c’è vita, ma vita umana? Sicuro? C’è un solo manuale al mondo che lo affermi? Io lo escludo. Vorrei passare allora al secondo punto, la morte naturale. Qual è? Quella prevista dalle macchine alle quali possono attaccarmi? No, certamente no. Nulla è naturale in questo. Ma anche le terapie possono essere “accanite”. Diverrebbe naturale portarle fino all’estremo sfinimento? Naturale non vuol dire infernale! E se su questo in Parlamento, grazie a un referendum estremista proposto dai radicali sul suicidio del consenziente (qualsiasi consenziente), cattolici e laici hanno trovato un ottimo terreno di convergenza e d’intesa a livello di legge alla Camera, credo che voglia dire molto. 

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In definitiva sono due liberismi che si contendono i voti cattolici: il liberismo economico e anche sociale dei progressisti che guardano all’ impegno umanitario di alcuni di loro e quello delle destre liberiste socialmente disposte ad accordi diretti interessate al rigore dottrinale di alcuni di loro. Ma dov’è la disponibilità alla difesa della vita se dura solo fino al concepimento? Non c’è alcuna difesa dal concepimento in poi? E perché? Perché in realtà siamo entrati in una guerra culturale che non ha nulla a che fare con la fede, ma che mira a creare il cristianista e l’ateista. Due figure che non hanno alcun riferimento al cattolicesimo o alla vecchia sinistra, ma con diversi liberismi si.  

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