Non so voi, io vivo a Roma e spesso prendo i mezzi pubblici. Se salite sull’autobus o la metropolitana, vi renderete conto facilmente che a bordo i passeggeri sono quasi tutti stranieri (asiatici, sudamericani, dell’Est europeo), fatta eccezione per alcuni sparuti italiani per lo più anziani, anziani assai.
La narrazione sovranista che sta attualmente maramaldeggiando in tutta Europa risulta più fasulla che mai. Il populismo nazionalista che materializza la paura di chi teme l’”invasore” non fa che accelerare un fenomeno, quello della globalizzazione, che sembra già avere la meglio, che dovrà per forza avere la meglio se non vogliamo estinguerci.
Tanto per dire, domenica scorsa ho prestato la casa, e soprattutto il giardino, a un’amica filippina che festeggiava il compleanno. C’erano dei bambini che scorrazzavano e degli adulti che facevano il karaoke. Era giorno pieno. I miei vicini (italiani) si sono pesantemente lamentati. Hanno parlato di schiamazzi, hanno minacciato di chiamare la polizia. Per loro disgrazia, hanno trovato tra gli invitati anche la portinaia, anch’essa filippina, che gli ha recitato a memoria il regolamento condominiale mettendoli in fuga.
Ci avviamo ad essere una minoranza e se stiamo diventando sempre più anziani non è solo perché non facciamo abbastanza figli. Se non ci fossero eserciti di badanti straniere, molti di noi sarebbero morti da un pezzo. Insomma, il succo è questo: non preoccupiamoci troppo del sovranismo. Non durerà a lungo, non può durare.
