L’evoluzione del gatto, da selvatico a domestico: l’importanza dell’alimentazione
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L’evoluzione del gatto, da selvatico a domestico: l’importanza dell’alimentazione

I gatti sono creature misteriose che ci hanno affascinato per secoli. Pensiamo, per esempio, alle antiche civiltà egiziane, dove i gatti erano venerati come dei

L’evoluzione del gatto, da selvatico a domestico: l’importanza dell’alimentazione
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21 Agosto 2023 - 10.05


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I gatti sono creature misteriose che ci hanno affascinato per secoli. Pensiamo, per esempio, alle antiche civiltà egiziane, dove i gatti erano venerati come dei. Oggi, consideriamo il gatto come un “animale domestico”: sono tantissimi gli italiani che ne hanno uno, o più. Ma come è avvenuta l’evoluzione del gatto da selvatico a domestico

A questo punto vogliamo approfondire e dare uno sguardo all’evoluzione del gatto, parlando anche di alimentazione: rispettare la loro evoluzione carnivora è importante, prediligendo alimenti per gatti preparati con carne e senza cereali

Come si è evoluto il gatto?

La transizione del gatto da selvatico a domestico è stata indubbiamente graduale, che si è verificata nel corso dei secoli. In realtà, il gatto ha pagato molto per la sua indipendenza: non si è lasciato affatto convincere facilmente da noi “umani” a stare insieme agli inizi. Segnare dunque un’epoca precisa in cui è avvenuto il processo di addomesticamento è piuttosto complesso. 

C’è da dire che tutt’oggi non viene considerato un animale domestico al pari del cane: due sono gli aggettivi più comuni attribuiti ai gatti, ovvero libertà e indipendenza. Eppure, sono in grado di dare tanto amore e, no, non si affezionano solo alla casa. Per i gatti, siamo solo “gatti più grandi”: almeno, questa è la chiave di lettura suggerita da alcuni ricercatori.

Uno dei popoli che più ha dedicato amore, cure e attenzioni verso il gatto è stato quello Egizio: nel 3000 a.C., è iniziata “ufficialmente” la passione degli umani verso i gatti. 

A quei tempi, i gatti sono stati praticamente divinizzati: inoltre, i Greci hanno conosciuto i gatti proprio durante gli scambi commerciali degli Egizi. Il risultato? Anche loro hanno subito il fascino felino. 

Solamente nel 1800, tuttavia, il gatto è stato considerato ufficialmente un animale da compagnia: nel 1871, infatti, si è tenuta la prima esposizione per felini, per celebrare l’indubbia eleganza e bellezza.

Il ruolo dell’ambiente nell’evoluzione del gatto

Oltre all’influenza umana, l’ambiente e la selezione naturale hanno anche giocato un ruolo importante. 

I gatti sono stati in grado di adattarsi a una vasta gamma di ambienti, dai climi freddi alle regioni tropicali. 

Questa capacità di adattamento è stata influenzata dalla selezione naturale: in buona sostanza, i gatti con tratti adattivi hanno avuto maggiori probabilità di sopravvivere e riprodursi. 

Ad esempio, i gatti che vivevano in ambienti più freddi hanno sviluppato un mantello più folto per proteggersi dal freddo, mentre quelli che vivevano in ambienti desertici hanno sviluppato una maggiore tolleranza alla sete. Che, in realtà, è una caratteristica peculiare del micio tutt’oggi.

L’attenzione all’alimentazione del gatto

Molto spesso ci si chiede: il gatto è onnivoro o carnivoro? L’alimentazione di un micio è a dir poco importante. Non a caso, tutti i gatti seguono una rigorosa dieta in base all’età. 

No, il gatto non è un onnivoro, ma è un carnivoro “obbligato”, detto anche “stretto”, ossia necessita di nutrirsi di carne per essere in salute, benché la varietà di alimenti presenti in commercio ci ha abbia portati erroneamente a pensare il contrario. 

Oggi esistono tantissime razze di gatti, per lo più domestiche, ma non dimentichiamo mai che il gatto è il predatore per eccellenza. Il suo antenato, ovvero il gatto selvatico africano (Felis Libica) ci insegna molto: pasti in piccole quantità, più volte al giorno. Affinché il metabolismo del gatto funzioni alla perfezione, deve essere nutrito con ingredienti animali: non sottovalutiamo mai questo aspetto per un gatto in salute.

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