Qualcuno ricorderà che quando Vladimir Putin lanciò la sua “operazione militare speciale” contro l’Ucraina, tra i primi a dargli manforte ci fu il patriarca della Chiesa ortodossa russa, sua beatitudine Kirill I. Cosa vedeva sua beatitudine? “Una guerra metafisica”: da una parte la madrepatria russa che difendeva i valori fondanti della sua anima cristiana e dall’altra la scristianizzazione occidentale che voleva esportare anche in quella parte d’Europa, i Gay Pride, simbolo per eccellenza del male e anima culturale della separazione dell’Ucraina dalla Grande Madre Russia.
La questione torna di attualità: per la Commissione biblica e teologica della Chiesa ortodossa russa “benedire le coppie dello stesso sesso, dal nostro punto di vista, è in radicale contraddizione con l’insegnamento morale cristiano. […] Queste nuove decisioni della Chiesa cattolica contraddicono le norme morali fondamentali”.
Ho cercato documenti della medesima Chiesa che attestino il contrasto tra le norme morali fondamentali e il sequestro di massa di minori separati dia loro genitori, o l’eliminazione di inermi civili disarmati. Continuo nella ricerca sin qui senza positiva risposta.
Mi interessa molto però anche capire meglio cosa non vada ai teologi e biblisti russi della Dichiarazione “Fiducia Supplicans”, pubblicata dalla Santa Sede il 18 dicembre 2023.
Il punto di fondo della Dichiarazione, come è ormai noto a chiunque ne abbia letto qualcosa, è la ricerca di un modo che possa tenere insieme la chiarezza dell’insegnamento e la vicinanza pastorale alle persone “nelle loro difficoltà”. A me sembra che questo sia in fin dei conti il tema di fondo del pontificato di Francesco. Ognuno ha un tema di fondo: “la guerra metafisica” ( cioè tra bene e male o per meglio dire tra buoni e cattivi) emerge come tema di fondo del pontificato del patriarca Kirill, la cura degli uomini in carne e ossa, pur nella chiarezza dell’insegnamento, come tema di fondo di quello di Francesco.
Il testo vaticano inserisce una interessantissima elaborazione del concetto di “benedizione”: ne esisterebbero di due tipi, quella discendente e quella ascendente. In breve: la benedizioni discendente è quella che viene da Dio su di noi, è la benedizione liturgica. La benedizione ascendente è invece quella da noi richiesta a Dio, ed è quella pastorale, non liturgica. Si tratta dunque di una richiesta d’aiuto, se vogliamo dir così. Ha spiegato Francesco: “quando spontaneamente si avvicina una coppia a chiederle (le benedizioni) non si benedice l’unione, ma semplicemente le persone che insieme ne hanno fatto richiesta”.
Padre Lorenzo Prezzi, tra i più attenti osservatori dei rapporti ecumenici tra Chiese e della realtà cristiano-orientale, su Settimananews ha dovuto scrivere: “L’osservazione ignora la reiterata affermazione circa la distanza fra convivenza omosessuale e matrimonio, porta sul piano sacramentale quello che non lo è e rimuove l’opportunità di un approccio pastorale a situazioni di particolare complessità. Come se ogni benedizione fosse inevitabilmente rituale e liturgica. Senza percepire e riconoscere il debito verso una cultura diffusa in Russia che giustifica gravi e sistematiche violenze sugli omosessuali. Ne “I fondamenti della concezione sociale” si può leggere: «la Chiesa ritiene che coloro che propagandano uno stile di vita omosessuale non devono essere ammessi all’insegnamento, a una attività educativa o di altro tipo a contatto coi bambini o con giovani, come pure a occupare posti direttivi nell’esercito o negli istituti di rieducazione» (cap. 12, n. 9). Non una parola è stata detta dalla Chiesa per difendere la dignità degli omosessuali dall’internamento, dalle violenze, dalla sistematica esclusione sociale. Come è successo nel documento sull’inviolabilità della vita umana (pubblicato il 27dicembre 2023) in cui l’assolutezza adamantina della difesa della vita era successivo alla perseguita ed efficace influenza per far decadere un progetto di legge a difesa delle donne nelle violenze familiari. Il peccato di sodomia diventa il peccato più grave e imperdonabile. Si trasforma in delitto fino ad apparire come la cartina di tornasole dell’intera civiltà”.
Difficile non vedere nell’irrituale passo del patriarcato ortodosso russo un tentativo di interferire negli “affari interni” di un’altra Chiesa. Un curioso avvicinamento, ad esempio, con i “nemici” polacchi, che hanno una posizione in merito non molto dissimile.
Ma il vero punto è un altro. La teoria della “guerra metafisica” già citata, cioè di una guerra tra bene e male, tra buoni e cattivi. Non a caso il presidente della commissione ha enunciato una chiara rivendicazione messianica: “ La Chiesa ortodossa russa è quella forza frenante – lo dico con piena responsabilità – che testimonia praticamente da sola con coraggio e decisione l’immutabilità dei comandamenti stabiliti da Dio che sono alla base dell’esistenza umana”.