16-22 settembre: una settimana di azione globale per dire basta alla spesa nucleare
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16-22 settembre: una settimana di azione globale per dire basta alla spesa nucleare

Una settimana di azione globale per dire basta alla spesa nucleare. Una settimana densa di incontri, di iniziative pubbliche, di mobilitazione. A darne conto è Rete Italiana Pace e Disarmo (Ripd).

16-22 settembre: una settimana di azione globale per dire basta alla spesa nucleare
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

13 Settembre 2024 - 20.02


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Una settimana di azione globale per dire basta alla spesa nucleare. Una settimana densa di incontri, di iniziative pubbliche, di mobilitazione. A darne conto è Rete Italiana Pace e Disarmo (Ripd).

Una settimana disarmista

“Dal 16 al 22 settembre iniziative diffuse in tutto il mondo (anche in Italia) per evidenziare la contrarietà allo spreco di oltre 91 miliardi di dollari all’anno per queste armi di distruzione di massa

Diffusione di dati e informazioni, eventi di approfondimento, conferenze, volantinaggi e manifestazioni. Sono queste le attività che, in tutto il mondo e anche nel nostro Paese, animeranno la prima “Settimana di azione globale sulla spesa nucleare” promossa dalla International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (Ican – Premio Nobel 2017). Il titolo di questa iniziativa globale – che si svolgerà dal 16 al 22 settembre – è chiaro “No money for nuclear weapons! Niente soldi per le armi nucleari” e parte dalla consapevolezza di quanto sia inaccettabile sperperare oltre 91 miliardi di dollari all’anno per mantenere arsenali di armi di distruzione di massa.

Il dato proviene dalla quinta edizione del rapporto Ican sulla spesa globale per le armi nucleari: nel 2023 Cina, Francia, India, Israele, Corea del Nord, Pakistan, Russia, Regno Unito e Stati Uniti hanno speso complessivamente 91,4 miliardi di dollari per i loro armamenti nucleari, il che equivale a 173.884 dollari al minuto, o 2.898 dollari al secondo. Negli ultimi 5 anni sono stati spesi 387 miliardi di dollari per le armi nucleari, con un aumento della spesa registrata annualmente di un robusto 34% nello stesso periodo: da 68,2 miliardi di dollari a 91,4 miliardi di dollari all’anno.

Nel corso della “Settimana di azione globale sulla spesa nucleare” anche Senzatomica e Rete Pace Disarmo (con tutte le sue aderenti) si impegneranno a promuovere eventi, convegni, approfondimenti sul tema. In particolare con il webinar in diretta social programmato per martedì 17 settembre alle ore 18.00 dal titolo “Arsenali nucleare, ma quanto ci costate?”,  con la partecipazione di Lisa Clark, Alessja Trama e Francesco Vignarca ed un contributo video di Susi Snyder, che coordina il programma di Ican relativamente agli approfondimenti su questo tema.

Le possibili alternative a questo spreco di denaro pubblico potrebbero portare a benefici molto maggiori per le nostre società! 

Con un anno di spesa per le armi nucleari si potrebbe:

  • Convertire più di 16,5 milioni di case all’energia solare
  • Assicurare un anno di acqua pulita e servizi igienici a 1,2 miliardi di persone
  • Assumere 1,5 milioni di insegnanti di scienze nelle scuole superiori
  • Vaccinare 2 miliardi di persone contro il coronavirus
  • Pagare un terzo dei costi per l’adattamento ai cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo

La Settimana di azione globale servirà a diffondere queste informazioni e soprattutto far sentire la voce di chi si oppone al mantenimento (anzi, all’ampliamento) degli arsenali nucleari: un tema che ci riguarda tutti, per cui spetta a tutti noi reagire alle assurde somme di denaro sprecate per costruirle e mantenerle. Le armi nucleari sono gli unici dispositivi mai creati che hanno la capacità di distruggere tutte le forme di vita complesse sulla Terra. Basterebbe meno dello 0,1% della potenza esplosiva dell’attuale arsenale nucleare globale per provocare un devastante collasso agricolo e una carestia diffusa. La decisione degli Stati dotati di armi nucleari di dirottare le risorse pubbliche dall’assistenza sanitaria e da altre urgenti necessità sociali alle armi di distruzione di massa è inconcepibile. Le armi nucleari producono conseguenze sulla salute che si estendono per generazioni, e non sarebbe possibile fornire un soccorso significativo nemmeno a coloro che dovessero sopravvivere ad una esplosione nucleare.

Denuncia e proposta

Si tengono insieme nell’iniziativa dell’universo pacifista. Così come idealità e concretezza. 

“Ogni anno – rimarcano Ridp e Senzatomica in un report, come sempre documentato e sul pezzo –  i nove Stati dotati di armi nucleari spendono somme folli per le testate nucleari e per i missili e le bombe che servono a trasportarle, invece di destinare queste risorse ai molti bisogni urgenti dei loro cittadini, dell’umanità nel suo complesso o del nostro pianeta. Immaginate cosa potremmo fare con le decine di miliardi di dollari destinati alla produzione e alla manutenzione delle armi nucleari?

L’informazione è la chiave per agire, ma c’è molto da spiegare…

Il problema della spesa per le armi nucleari

Durante il 2023 una somma esorbitante, superiore ai 90 miliardi di dollari, è stata destinata alla produzione e. alla manutenzione di armi nucleari da parte dei nove Paesi dotati di armi nucleari. Questi Paesi, insieme, spendono risorse enormi per le testate nucleari e per i missili e le bombe utilizzati per trasportarle. Si tratta di una sconcertante errata allocazione di risorse verso strumenti di distruzione di massa.

Dietro a questa allarmante realtà si nasconde una rete di aziende orientate al profitto, che beneficiano di lucrosi contratti governativi per la produzione di armi nucleari. A livello globale, i Paesi dotati di armi nucleari hanno stipulato contratti con aziende per la produzione di armi nucleari per un totale di almeno 335 miliardi di dollari, in alcuni casi fino al 2040. Queste entità, spinte unicamente dal profitto finanziario,
assumono lobbisti e finanziano think tank per lavorare attivamente contro qualsiasi iniziativa significativa di disarmo. 

Lo scambio di denaro e influenza, dai Paesi alle aziende, ai lobbisti e ai think tank, sostiene e mantiene l’arsenale nucleare globale. Ogni pezzo di questo ciclo offre un’opportunità opportunità di sconvolgere l’attuale ordine nucleare verso un approccio più pratico e realistico delle relazioni globali. 

Fatti e numeri

9 Paesi dotati di armi nucleari
24 aziende che costruiscono armi nucleari
287 investitori che traggono profitto da queste aziende

I nove Stati nucleari hanno speso 91,4 miliardi di dollari per queste armi: da questa somma il settore privato ha tratto un guadagno di almeno 30 miliardi di dollari nel 2023. 

Questi numeri sono così grandi che può essere difficile comprenderli, anche quando li scomponiamo per minuto o per secondo:

Stati Uniti: 51,5 miliardi di dollari > 97.983 dollari al minuto > 1.663 dollari al secondo
Cina: 11,9 miliardi di dollari > 22.546 dollari al minuto > 376 dollari al secondo
Russia: 8,3 miliardi di dollari > 15.808 dollari al minuto > 263 dollari al secondo
Regno Unito: 8,1 miliardi di dollari > 15.331 dollari al minuto > 256 dollari al secondo
Francia: 6,1 miliardi di dollari > 11.531 dollari al minuto > 192 dollari al secondo
India: 2,6 miliardi di dollari > 5.057 dollari al minuto > 84 dollari al secondo
Israele: 1,1 miliardi di dollari > 2.075 dollari al minuto > 35 dollari al minuto
Pakistan: 1 miliardo di dollari > 1.924 dollari al minuto > 32 dollari al secondo
Corea del Nord: 856 milioni di dollari > 1.629 dollari al minuto > 27 dollari al secondo

Spesa globale: 91,4 miliardi di dollari > 173.884 dollari al minuto > 2.898 dollari al secondo per un totale di 12.121 testate nucleari

Questi Paesi hanno speso circa un terzo di questo budget a vantaggio delle aziende che costruiscono e mantengono le armi nucleari. Per poter partecipare alle gare d’appalto le aziende hanno bisogno di investimenti e finanziamenti da parte di banche e altre istituzioni finanziarie. Le aziende che ottengono i contratti finanziano poi i think tank che fanno ricerca e scrivono sulle politiche in materia di armi nucleari. Gli amministratori delegati e i membri dei consigli di amministrazione delle aziende che producono armi nucleari siedono nei consigli di amministrazione di alcuni think tank, ne sono i fiduciari o sono elencati come “partner” nei loro siti web. Queste aziende hanno continuato a comprare influenza nel dibattito sulle armi nucleari assumendo lobbisti per influenzare i decisori politici sul fatto che l’unica opzione possibile per la “sicurezza globale” sia quella delle armi nucleari.

La soluzione

Mentre le aziende investono denaro in lobbisti e ricercatori per cercare di convincere gli altri che le armi nucleari hanno ancora importanza e valore, i dati dimostrano che queste armi di distruzione di massa sono inutili per cercare di affrontare le sfide della sicurezza moderna – e ci sono prove scientifiche che evidenziano come possano porre fine alla civiltà per come la conosciamo.

I nove Governi dotati di armi nucleari devono smettere di sprecare risorse pubbliche in armi di distruzione di massa. Le aziende che costruiscono le bombe sono note per reagire alle pressioni pubbliche e finanziarie – e molte sono uscite dal mercato quando gli investitori si sono ritirati o l’opinione pubblica ha chiesto loro di farlo.

Non si tratta solo di una questione economica, ma di un fallimento morale. Ogni dollaro sperperato per le armi nucleari rappresenta un tradimento dell’umanità, distogliendo risorse vitali dall’affrontare sfide urgenti per il nostro benessere collettivo. Ci ricorda che il nostro mondo è sull’orlo della catastrofe, incatenato dall’avidità e dalla miopia di coloro che danno priorità al profitto piuttosto che alla conservazione della vita stessa.

Mantenere o eliminare le armi nucleari è una scelta che governi, aziende e gruppi di riflessione hanno il potere di fare. Eliminando qualsiasi vantaggio finanziario legato alla scelta di queste bombe distruttive renderemo più facile prendere la decisione giusta e dire no alle armi nucleari. Non si tratta solo di soldi, ma di delineare il nostro futuro e salvare il mondo.

Per cosa possono essere spesi questi soldi?

Ci sono 91 miliardi di impieghi migliori per quel denaro rispetto alle armi di distruzione di massa. Cosa potremmo fare se queste somme esorbitanti venissero utilizzate per rispondere a esigenze reali?

1 secondo di spesa per le armi nucleari = 16.994 vaccini

Un secondo di spesa per le armi nucleari potrebbe fornire all’Unicef 16.994 vaccini contro morbillo, parotite e rosolia

1 minuto di spesa per armi nucleari = 1 milione di alberi

Un minuto di spesa in armi nucleari costa quanto piantare 1 milione di alberi

1 ora di spesa per le armi nucleari = 535 case a energia solare

Un’ora di spesa per le armi nucleari costa quanto la conversione di 535 case all’energia solare

1 giorno di spesa in armi nucleari = 125 campi da calcio

Un giorno di spesa in armi nucleari costa quanto la costruzione di 125 campi da calcio comunitari (sia edifici che terreni)

1 settimana di spesa per le armi nucleari = acqua per 27 milioni di persone

Una settimana di spesa per le armi nucleari potrebbe fornire a 27 milioni di persone acqua pulita e servizi igienici per un anno

1 anno di spesa per armi nucleari = 13 anni di cibo

Con un anno di spesa in armi nucleari si potrebbero sfamare i 45 milioni di persone che rischiano la carestia per 13 anni”. 

Una settimana di mobilitazione. Da cerchiare in rosso. Una settimana in cui l’azione disarmista si coniuga con una discussione di merito improntata a un “sapere pacifista” di uno spessore che gli improvvisati “esperti” da circo barnum mediatico si sognano. 

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