La Cina continua la repressione contro i credenti “clandestini”. Il governo di Pechino non tollera altra organizzazione religiosa cristiana che non sia quella da esso stesso controllata così da cinque settimane continua la repressione contro i fedeli della chiesa non ufficiale di Shouwang. Domenica 15 di loro sono stati arrestati. Secondo il South China Morning Post i fedeli “non ufficiali” avrebbero tentato di organizzare una celebrazione all’aperto in un parco nella zona di Zhongguancun. Questo perché la chiesa di Shouwang aveva perso il suo luogo di culto il mese scorso dopo che pressioni ufficiali avevano spinto il padrone dell’edificio a dare lo sfratto.
Tre delle persone fermate sono poi state rilasciate. La polizia lo scorso 10 aprile aveva arrestato 169 fedeli della chiesa, 50 la settimana dopo e oltre 30 in ciascuna delle due domeniche successive. I sei capi della chiesa sin dalla prima domenica di proteste, sono stati confinati agli arresti domiciliari dove si trovano tuttora. Molti altri membri della chiesa, pur non arrestati, sono stati diffidati dall’uscire di casa e soprattutto dal partecipare a cerimonie religiose.
L’imponente sviluppo industriale della Cina non sembra indurre i Paesi “democratici” a protestare con particolare vigore per queste gravi violazioni dei diritti religiosi.