Le bugie di Netanyahu
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Le bugie di Netanyahu

Il boom economico della Cisgiordania, sbandierato dal premier israeliano, è una bugia. I dati dell’UNRWA dipingono disoccupazione e inflazione in aumento.

Le bugie di Netanyahu
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9 Giugno 2011 - 15.43


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Un recente rapporto frutto delle ricerche dell’UNRWA, l’agenzia ONU per le Nazioni Unite per i prfughi, smentisce completamente l’immagine di un’economia in pieno boom economico in Cisgiordania, in cui l’occupazione israeliana avrebbe ormai un peso irrilevante: immagine che sia il primo ministro Netanyahu che i media israeliani promuovono e diffondono abitiualmente.

Tra i problemi più preoccupanti messi in luce dal documento, i dati mostrano che nella seconda metà del 2010, è aumentato il tasso di disoccupazione: un palestinese su 4 della forza lavoro in Cisgiordania rimane disoccupato.

L’autore Salem Ajluni ha dichiarato alla stampa che “nonostante una modesta crescita occupazionale all’inizio del 2010, nella seconda metà dello stesso anno, il numero di disoccupati è aumentato.” Il tasso di disoccupazione è salito al 25% nella seconda metà del 2010, rispetto al 23,5% del 2009. Dati che diventano ancora più allarmanti quando interessano la fascia di palestinesi che in Cisgiordania, sono classificati come profughi: in questo caso la disoccupazione sale al 27,9%. Come confermato dal portavoce dell’UNRWA, Chris Gunness.

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“L’occupazione – ha affermato Gunness – e le infrastrutture ad essa correlate, come gli insediamenti, le by-pass road che dividono la terra palestinese, la violenza dei coloni, e il muro in Cisgiordania, tutto questo ha ridotto le prospettive per i palestinesi e in particolar modo per i rifugiati”.

Al contrario, il premier Netanyahu aveva affermato di fronte al Congresso USA lo scorso 24 maggio che “l’occupazione non è di ostacolo alle aspirazioni palestinesi”, facendo riferimento ad una crescita economica in Cisgiordania pari al 10%.

Nonostante le convinte asserzioni del governo Netanyahu, cioè che la rimozione di alcuni elementi attribuibili all’occupazione (posti di blocco, chiusure delle strade) avrebbe prodotto un boom economico in Cisgiordania, il documento UNRWA mostra come sia proprio il mantenimento delle restrizioni imposte alla popolazione palestinese, la causa non solo della crescente disoccupazione, ma anche del fenomeno dell’inflazione, con rincaro dei prezzi e perdita del potere di acquisto. L’occupazione quindi ha e continua a impedire lo sviluppo dei mercati e degli scambi commerciali, lasciando l’economia della Cisgiordania sostanzialmente dipendente dagli aiuti stranieri.

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