E’ arrivata ieri come una doccia fredda la notizia del rinvio, a data da destinarsi, dell’incontro al Cairo, previsto martedì tra il presidente palestinese e leader di Fatah, Abu Mazen, e il capo dell’ufficio politico del movimento islamico, Khaled Mashaal. Dopo le numerose tensioni delle settimane passate, sembrava essere tornato il sereno nelle relazioni tra Hamas e Fatah, che nell’incontro di domani avrebbero dovuto accordarsi sul nome del primo ministro che guiderà il governo di transizione, costituito da figure “indipendenti” fino alle prossime elezioni, sulla base di quanto deciso e siglato nell’accordo di riconciliazione dello scorso 4 maggio.
Dietro il rinvio sine die, c’è ancora una volta il disaccordo sulla nomina del premier. Le divergenze tra le due fazioni erano iniziate quando il Comitato centrale del partito Fatah, aveva annunciato il nome di Salam Fayyad, attuale primo ministro dell’Anp, come candidato-premier del nuovo esecutivo. Una scelta che aveva fatto infuriare la leadership del movimento islamico e innescato un muro contro muro poche settimane dopo la riconciliazione tra le due principali organizzazioni politiche nei Territori occupati, chiesta con insistenza dall’intera opinione pubblica palestinese, anche con una giornata di mobilitazione lo scorso 15 marzo.
I delegati di Fatah dal Cairo hanno sempre sostenuto che Abu Mazen rimane convinto che l’unico premier possibile sia Fayyad, per evitare l’isolamento del futuro esecutivo e continuare ricevere gli aiuti internazionali. Nonostante non ci siano ancora state dichiarazioni ufficiali sul fallimento dell’incontro di domani, da più fonti appare chiaro che l’insistenza di Fatah nel proporre la candidatura di Salam Fayyad, un candidato che Hamas non accetterà mai, è alla base del rinvio sine die. Secondo le dichiarazioni di Azzam al-Ahmed, capo delegazione di Fatah, confermate in un’intervista alla Reuters dal portavoce di Hamas Taher Al-Nono, è stato proprio Fatah a chiedere la cancellazione dell’incontro.
Azzam el -Ahmed ha anche affermato che “ci sono ancora differenze” e che le due parti “saranno in stretto contatto nei prossimi giorni per concordare una nuova data”. Nonostante le ottimistiche rassicurazioni del rappresentante di Fatah, il rinvio allontana di nuovo la reale e concreta possibilità che un governo di unità sia creato in tempi rapidi.
Domenica da Gaza, dove si trovava per incontrare diversi leader dei gruppi palestinesi, Mustafa Barghouthi, segretario del partito Al Mubadara e deputato nel Consiglio Legislativo Palestinese, ha fatto appello a Fatah e Hamas, proprio pochi minuti dopo l’annuncio che il meeting era saltato, ad accelerare una “effettiva” riconciliazione.
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