Israele, nasce Faceglat, il social network per pochi
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Israele, nasce Faceglat, il social network per pochi

Dopo i bus dove i posti a sedere sono separati a seconda dei sessi, anche la tecnologia viene adattata ai bisogni del pubblico ebreo ultra-ortodosso.

Israele, nasce Faceglat, il social network per pochi
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14 Settembre 2011 - 17.37


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Ebbene si, non bastavano in Israele i trasporti pubblici in cui i posti a sedere riservati alle donne sono separati da quelli per gli uomini; ora è nato anche Faceglat, una sorta di facebook, ma dedicato e riservato al pubblico ultra-ortodosso, gli haredim, dove gli uomini possono iscriversi sulla parte destra, mentre le donne su quella sinistra. L’ultima frontiera della segregazione sessuale in versione virtuale.

Nemmeno le coppie sposate possono darsi appuntamento sul social network; “perché possono incontrarsi a casa, nel salotto di casa loro”, ribadisce l’inventore di Faceglat. Lui è un venticinquenne, Yaakov Swisa, residente di una cittadina a sud-est di Tel Aviv: un’iniziativa nata quasi per gioco, ma che potrebbe avere degli sviluppi, considerate alcune recenti aperture dei dogmi dei religiosi ebrei ortodossi alla tecnologia (vietati computer e smartphone, ma consentito con moderazione l’uso di pc non collegati al web o di cellulari per questioni lavorative o di “servizio”). Un servizio nato più per motivi ideologici che economici – dice Swisa – che però non disdegna di guadagnare in futuro grazie alla sua creazione, che al momento conta solo poche centinaia di iscritti.

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“Non nasce come alternativa a facebook – spiega ancora, intervistato dall’agenzia stampa Ynet – ma come un servizio per un pubblico specifico.” Un servizio che permette di discutere on-line, scambiarsi informazioni, ma che non deve togliere tempo allo studio dei dettami religiosi, la Torah.

Niente annunci commerciali su Faceglat, né immagini trasgressive; il sito è dotato di un sistema di filtri apposito, che blocca “parole vietate”, commenti inopportuni, e addirittura account di utenti uomini aperti nella sezione dedicata alle donne e viceversa. Tutto rimane nel consentito, “kosher” appunto, come dice il nome stesso, “glatt”, termine usato informalmente per designare un alto standard di Kasherut, (in ebraico, letteralmente adeguatezza) cioè l’idoneità di un cibo ad essere consumato da un ebreo, in accordo alle regole alimentari della religione ebraica stabilite nella Torah.

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