Siria a rischio guerra civile
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Siria a rischio guerra civile

E' lo scrittore Michel Kilo a lanciare l'allarme. Dopo il congresso di Damasco l’opposizione siriana si riorganizza a Parigi per parlare del futuro del Paese.

Siria a rischio guerra civile
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13 Ottobre 2011 - 15.59


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da Parigi

Marco Cesario

“Se il regime continua a spedire l’esercito contro i manifestanti, il movimento che si oppone a Bashar al-Assad si militarizzerà progressivamente. Questo significa che in Siria potrebbe scoppiare una vera e propria guerra civile”. A lanciare l’allarme è Michel Kilo, scrittore e dissidente politico siriano ed uno dei principali oppositori al regime di Bashar al-Assad che ha parlato ieri nel corso di una conferenza stampa organizzata da Le Monde Diplomatique presso la sede centrale del quotidiano Le Monde di Parigi. Alla conferenza – organizzata nell’ambito della “Settimana di sostegno e solidarietà al popolo siriano in Francia” lanciata dal giornalista siriano Fahad Al-Masri e dal Club della stampa araba di Parigi – hanno partecipato Fayez Sara e Hussein Aoudat, rispettivamente portavoce e membro eletto del Coordinamento per un cambiamento nazionale e democratico (Ccnd), formazione politica di opposizione al regime che comprende socialisti, nazionalisti e curdi.

“Noi viviamo un dilemma – dice Michel Kilo – perché da un lato c’è la violenza senza fine del regime che che pero’ non ha scoraggiato i movimenti di protesta, dall’altro c’è una sollevazione popolare senza precedenti che pero’ fino ad ora non è riuscito ad avere la meglio sul regime”. Michel Kilo ha ricordato che la sollevazione popolare dimostra la grande maturità delle organizzazioni civiche ed in generale della società civile sirianache con questa rivoluzione si fa portatrice di valori nobili quali quelli di libertà e dignità. “Dei valori – ha concluso Kilo – che permetterebbero al nostro mondo ed in generale a quello musulmano di uscire dal passato e di proiettarsi verso il futuro”. Kilo ha ricordato che la riunione del 17 Settembre a Damasco è stata importante perché ha permesso di fare il punto sulla situazione riguardo la natura e la collocazione politica delle forze di opposizione al regime di Assad. Quanto al neonato Cns (Consiglio Nazionale Siriano al quale hanno aderito fino ad ora i Comitati Locali di Coordinamento, il gruppo “Dichiarazione di Damasco”, i Fratelli Musulmani, il Consiglio supremo della rivoluzione e gruppi curdi) Kilo dice: “E’ un ottimo passo verso la riunificazioni di tutte le componenti dell’opposizione ma occorre saper ascoltare tutte le voci dell’opposizione e non imporre una sola linea. Che si apra un dibattito sul dopo Assad”.

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Riguardo un possibile intervento militare dall’estero sembra avere le idee chiare inveceHaytham Al-Maleh, presidente del Congresso della Salvezza nazionale(opposizione siriana che ha sede ad Istanbul) che è intervenuto anch’egli in questi giorni da Parigi:”Il sostegno internazionale è fondamentale – ha detto Al-Maleh – per mettere sotto pressione un regime che non ha coscienza morale né religiosa e che presto risponderà di crimini contro l’umanità davanti al Tribunale Penale Internazionale. Questo però non significache noi chiediamo un intervento della Nato. Non vogliamo un intervento militare ma sanzioni contro il regime di Bashar Al-Assad”. Strenuo difensore dei diritti umani in Siria, Al-Maleh è stato condannato il 4 Luglio del 2010 a tre anni di detenzione per “aver diffuso informazioni false ed esagerate che indeboliscono il sentimento nazionale”. Haythem aveva già criticato aspramente le leggi dell’ermgenza che dal 1963 imponevano restrizioni alla libertà di riunione e consentivano l’arresto di “sospetti o di persone che minacciano la sicurezza”. Dure anche le sue critiche concernenti l’eccessivo controllo delle autorità sul settore giudiziario. Liberato nell’Aprile scorso in seguito alle pressioni della comunità internazionale, Al-Maleh ha fondato nel 2001 la Human Right Association in Syria che presiede dal 2006.

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