Sarà indiana baby sette miliardi
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Sarà indiana baby sette miliardi

Il 31 ottobre la nascita del settimo miliardesimo abitante del pianeta. Una Ong ha fissato l’evento in Uttar Pradesh, regione record per natalità e mortalità infantile.

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26 Ottobre 2011 - 15.36


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Una neonata di un povero villaggio dell’India del Nord sarà la ’baby 7 miliardi’, e nascerà lunedì 31 ottobre, la data simbolica scelta dalle Nazioni Unite per celebrare l’evento. Mentre l’Onu ha indicato solo il giorno, una organizzazione non governativa ha deciso anche di dare un volto al settimo miliardesimo essere umano che sarà quello di una femmina.

’Baby 7 miliardi’ verrà alla luce nell’Uttar Pradesh, che ha uno dei record mondiali di natalità, e purtroppo anche di mortalità infantile. L’idea è dell’ong Plan India che si occupa della famigerata ’strage silenziosa delle bambine’, l’eliminazione di milioni di neonate attraverso l’infanticidio o l’aborto selettivo che ha causato un gravissimo squilibrio demografico in India.

Appena 12 anni fa era toccato a un bambino serbo, Anand Nevic, a rivestire i panni di ’Baby 6 miliardi’ mentre il prossimo ’baby 8 miliardi’, fiocco azzurro o rosa, verrà alla luce nel 2025, almeno secondo le proiezioni demografiche dell’Onu.

“Ovviamente è impossibile sapere dove nascerà esattamente il bebè sette miliardi, ma abbiamo scelto simbolicamente l’ India e l’Uttar Pradesh perchè qui c’è un crescente divario tra femmine e maschi” – ha detto Shompa Mohanty, responsabile della filiale indiana di Plan International, una delle piu’ grandi ong che si occupa di infanzia e che in India è impegnata con numerose campagne sulla discriminazione delle bambine.

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La nascita sarà festeggiata con una cerimonia speciale, in cui alla piccola verrà consegnato un certificato di nascita da parte delle autorità locali. L’evento si terrà in un ospedale nei pressi di Lucknow, capoluogo dell’Uttar Pradesh, il più popoloso Stato dell’India con 200 milioni di abitanti, dove nascono 11 neonati ogni minuto. Lo stesso Stato ha anche uno dei piu’ alti numeri di ’bambine scomparsè’, e un allarmante divario demografico fra i sessi: 899 femmine su mille maschi tra zero e sei anni (914 a livello nazionale).

In base ai dati del censimento 2011, l’India è il secondo Paese più popoloso al mondo dopo la Cina con un miliardo e 210 milioni di abitanti. Fonti dell’Onu stimano che ogni anno almeno un milione di bambine mancano all’appello perchè sono rifiutate dalle famiglie a causa di pregiudizi sociali – e anche economici, per via dell’usanza della dote matrimoniale. Per cercare di combattere questo fenomeno, diffuso sia nelle campagne che tra il ceto urbano, sono nate diverse iniziative. L’ultima è quella dello stato del Maharashtra che ha deciso di dare nuovo nome a 200 ragazze chiamate Nakusha, che in lingua locale significa “non volutà”, chiamate così dai genitori che desideravano un maschio.

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In India sono mancate all’appello 12 milioni di bambine negli ultimi tre decenni a causa degli aborti ’selettivi’, praticati dalle famiglie che preferiscono avere un figlio maschio, soprattutto quando il primogenito è femmina. Questa è l’ultimo aggiornamento della prestigiosa rivista scientifica ’Lancet’ dedicato alla ’strage silenziosà’ che sta scavando un solco sempre piu’ profondo nella popolazione indiana. Secondo i dati del censimento 2011, lo squilibrio demografico è di 914 donne su 1000 uomini. Non era mai stato così basso dall’indipendenza. In particolare, nell’ultimo decennio sono ’sparite’ sei milioni di bambine. Nonostante le campagne ’rosa’ del governo, le famiglie indiane, anche quelle benestanti, continuano a privilegiare l’erede maschio e a considerare le figlie femmine.

Il rapporto, basato su un campione di 250 mila nascite, mostra che gli aborti selettivi sono una pratica frequente tra il ceto urbano non solo dei popolosi stati settentrionali come Uttar Pradesh, Rajasthan e Haryana, ma anche nel sud dove lo squilibrio non era così grave in passato. I dati appaiono ancora più allarmanti se si considera il ’surplus’ di 7,1 milioni di bambini maschi (nel 2001 era di 6 milioni e nel 1991 4,2 milioni). Per la popolazione adulta, invece, il divario è di circa 38 milioni (623,7 milioni di maschi e 586,5 milioni di femmine).

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“Siccome la famiglia indiana si è ridotta negli anni, gli aborti selettivi sono sempre piu’ praticati nel caso in cui il primo nato sia una femmina” spiegano gli autori dello studio realizzato dal Centre for Global Health dell’università di Toronto, in Canada. Interessante notare che, mentre la percentuale delle donne è salita nell’ultimo decennio grazie all’aumento dell’aspettativa di vita, il divario sessuale per i bambini da zero a sei anni è sceso a 913 femmine su 100 maschi (da 927 su 1000 nel 2001). Le scioccanti cifre mostrano il fallimento delle politiche del governo e anche la mancanza di controlli sulle ecografie prenatali, vietate da una legge del 1996, ma facilmente effettuabili in diverse strutture clandestine.

Preoccupato dalle conseguenze di lungo termine, dopo la pubblicazione dei dati del censimento 2011, un leader politico dello stato mussulmano di Jammu e Kashmir e ora Ministro delle Energie Rinnovabili, Faruq Abdullah, aveva ironizzato dicendo ’’che non è lontano il giorno in cui non ci saranno piu’ ragazze da sposare e allora diventeremo tutti gay’’. Una battuta, non certo politicamente corretta, ma che nasconde le inquietudini della classe dirigente.

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