Il Senato brasiliano obbedisce al diktat della lobby agraria e vara una riforma-disastro per l’Amazzonia, i cui effetti sarebbero così catastrofici da invertire il recente trend di riduzione della deforestazione in Brasile. Inoltre il nuovo codice forestale non consentirebbe più al Brasile di mantenere gli impegni sulla riduzione delle emissioni di carbonio causate dalla deforestazione, quasi un quinto delle emissioni globali di gas serra.
La “riforma” riduce di 22 milioni di ettari le aree amazzoniche protette. Enormi estensioni di selva che potranno essere trasformate in campi coltivabili. In aggiunta, la situazione giuridica di altri 30 milioni di ettari di Amazzonia – razziati da tagliatori e agricoltori abusivi fino al 2008 – potrà essere regolarizzata. Insomma, c’è pure il tremontismo nel nuovo codice brasiliano: una bella sanatoria per far passare la paura e guardare avanti con fiducia!
Gli ingredienti per fare infuriare gli ambientalisti ci sono tutti, ma pochi sperano che le loro proteste possano determinare un’inversione di rotta da parte del Congresso. L’unica speranza è che la legge non venga firmata dal Presidente della Repubblica, signora Rousseff.