In Libia i lavoratori portuali di Tripoli, sono scesi in sciopero da domenica per chiedere migliori condizioni di lavoro; investimenti pubblici e anche perché siano riparate le strutture danneggiate dalla guerra e da decenni di inefficienza.
Il porto, il più grande della Libia che non riguardi il petrolio, era stato danneggiato durante la guerra civile. Nel mese di maggio, la Nato aveva affondato otto navi da guerra libica l intercettato una nave cisterna di carburante che si credeva fosse destinata alle forze militari di Gheddafi.
Pwer quanto riguarda il degrado del porto, questo era un problema precedente il conflitto, ed era stato citato dagli oppositori come un esempio di cattiva gestione da parte del governo Gheddafi.
I lavoratori scesi in sciopero hanno sostenuto che il nuovo governo deve investire milioni di dollari per sostiuire le piattaforme crollate e altre strutture malfunzionant. Tra l’altro lavori di manutenzione non sono stati fatti per anni, hanno detto.
Domenica scorsa, circa 300 dei 1800 lavoratori si sono riuniti presso il cancello principale per inscenare una manifestazione: “Non stiamo chiedendo più soldi”, ha dichiarato Adel al-Tomi, 43 anni, un impiegato amministrativo che lavora al porto da 15 anni. “Vogliamo che l’azienda si prenda cura del porto. Vogliamo i nostri diritti di lavoratori, vogliamo un posto dove ripararci dal freddo e dal caldo “.
Gli operai hanno detto che continueranno protestare fino a quando non otterranno impegni certi per gli interventi. Del resto il porto, gestito da una compagnia statale, è tornato alla quasi normale attività, nel mese di settembre, poche settimane dopo che Gheddafi è stato rovesciato, ma le condizioni sono rimasti disastrose.
Argomenti: nato
