“L’attuale prezzo del petrolio, di poco superiore ai cento dollari per barile, è corretto ed economicamente tollerabile. Ma se l’Europa andrà avanti con l’embargo petrolifero contro Tehran e se le opzioni belliche continueranno a rendere incandescente il clima politico in questa regione del mondo, presto ci troveremo con il barile sopra quota 160 e questo sarebbe economicamente grave, per i paese consumatori come per noi”.
Non sorprendono certo le affermazioni rilasciate al quotidiano kuwaitiano “La politica” dal dottor al-Jaieri, che siede nel board di una delle principali società petrolifere del mondo, quella kuwaitiana. Sorprende solo il tono quasi conciliante nei confronti dell’Iran, verso il quale invece i Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo hanno una evidente animosità, dovuta al fatto che, al di là di antiche rivalità e differenze anche religiose, ora si sentono minacciati dal programma nucleare iraniano.
Quel che Jaebari non dice è a quanto il prezzo del petrolio potrebbe arrivare in caso di attacco vero e proprio all’Iran. Ma questo possiamo facilmente immaginarlo da soli.