La Lega Araba chiede l'invio di truppe in Siria
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La Lega Araba chiede l'invio di truppe in Siria

Summit d’emergenza al Cairo. Stati membri concordi sull'invio di una missione militare congiunta Onu-Lega Araba per fermare i massacri. Proteste del regime siriano.

La Lega Araba chiede l'invio di truppe in Siria
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13 Febbraio 2012 - 12.47


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di Ika Dano

La Lega Araba ha richiesto l’invio di una missione di pace in Siria. Al summit d’urgenza di ieri – domenica 12 febbraio – al Cairo, i ministri degli esteri dei 22 Paesi membri (esclusa la Siria, sospesa dalla Lega dal novembre scorso) hanno proposto l’invio congiunto di caschi blu dell’Onu e truppe arabe. Immediate le proteste del regime siriano. Il capo della delegazione di osservatori arabi in Siria si dimette, senza addurre motivazioni precise.

“Quanto tempo ancora staremo a guardare ciò che sta succedendo ai nostri fratelli in Siria? – ha esordito il ministro degli esteri saudita Saud al-Faisal all’incontro della Lega Araba, citato dall’agenzia Al Arabiya – Per quanto tempo ancora daremo la possibilità al regime siriano di commettere altri massacri contro la sua gente?”. Proprio ieri, il regime siriano aveva ripreso i bombardamenti in due quartieri della città di Homs.

L’Arabia Saudita ha affermato di essere pronta a “provvedere ogni forma di aiuto, politico e materiale, all’opposizione siriana”. Anche dagli altri stati membri arriva supporto. “Il popolo siriano si merita la libertà tanto quanto i suoi fratelli in Tunisia, Egitto, Egitto, Libia” ha detto il ministro degli esteri tunisino Rafik Ben Adessalam, citato da Arabiya. Già lo scorso marzo 2011, il supporto della Lega Araba per la creazione di una no-fly-zone in Libia aveva aperto le porte ai bombardamenti Nato. Come riportato dal quotidiano indiano India Times, alla discussione sul possibile intervento in Siria sono seguite le dimissioni del capo della delegazioni di osservatori arabi Mohammed Ahmed Mustafa al-Dabi, che non ha peró rilasciato dichiarazioni ufficiali sulle sue motivazioni.

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Immediata la reazione del regime siriano, che tramite l´agenzia stampa ufficiale Sana fa sapere di “rifiutare categoricamente la risoluzione della Lega Araba”. “La Siria non prende in considerazione decisioni prese in sua assenza”, ha annunciato il rappresentante siriano Yousef Ahmad a Sana. Secondo Ahmad, la posizione dominante di Paesi quali il Qatar e l’Arabia Saudita all´interno del consiglio dei ministri arabi sarebbe prova dell’isteria in cui sono caduti dopo il niet di Russia e Cina. Un intervento esterno non sarebbe solo un atto ostile che mira a destabilizzare la sicurezza e la stabilità dello stato siriano, ma costituirebbe anche una flagrante violazione della convenzione della Lega Araba. Il principale obiettivo dichiarato nell’atto costitutivo della Lega è rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri e salvaguardare la loro indipendenza e sovranità.

Dopo il doppio veto di Cina e Russia contro la risoluzione Onu del 4 febbraio scorso – definito dal segretario generale della Lega Araba Nabil Arabi “motivo di frustrazione per gli Arabi” – si pensa ad alternative per forzare la caduta del regime di Bashar al Assad. La Tunisia ha annunciato che ospiterà il primo meeting del gruppo di opposizione “Amici della Siria” il 24 febbraio prossimo. Concorde il primo ministro del Qatar Sheikh Hamad bin Jassim al-Thani, sicuro che questo nuovo forum costituisca “una buona oppurtunità per cercare di fissare una direzione internazionale che aiuti il popolo siriano ad uscire dalla crisi”.

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Secondo fonti diplomatiche non confermate da Riyadh, l’Arabia Saudita avrebbe già proposto una nuova risoluzione da presentare all’Assemblea Generale dell’Onu, invece che al Consiglio di Sicurezza. Una risoluzione dell’Assembla non sarebbe vincolante, ma non potrebbe essere bloccata dal veto dei membri permamenti Cina e Russia, che sulla questione siriana sembrano irremovibili.

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