E’ un documento di eccezionale rilevanza quello che la principale istituzione religiosa sunnita, l’egiziana Università islamica di al-Azhar, per espressa volontà e sotto il diretto coordinamento del suo rettore, ha diffuso in questi giorni nientemeno che sulle libertà. Il valore di questo testo è evidente, tanto che leggendolo si ha l’impressione di qualcosa di epocale, come i messaggi ai giovani, agli intellettuali, alle donne con cui Paolo VI concluse il Concilio Vaticano II. Più laicamente, quasi un manifesto illuminista che produsse la rivoluzione francese e le regole fondamentali oggi per ogni moderna democrazia. Ma il documento di cui parliamo è religioso e quindi, potenzialmente ancora più rivoluzionario all’interno dell’islam attraversato da troppi integralismi. Certo, non sarà difficile scorgere alcune problematicità, ma la chiarezza della rottura con l’oscurantismo di altre scuole islamiche è ancor più evidente. Ecco così una sintesi del documento, che parte dal cruciale punto della libertà di credo.
1) “E considerata la pietra angolare dell’edificio sociale moderno: è garantita da testi religiosi dirimenti e da principi costituzionali e giuridici espliciti. Dice infatti l’Onnipotente: «Non c’è costrizione nella fede, la guida si è ben distinta dall’errore» (2:256); «Chi vuole credere creda, chi non vuole credere non creda» (18:29). Ne consegue che qualsiasi forma di costrizione nella religione, persecuzione o discriminazione in suo nome, è condannata come un crimine. Ciascun individuo nella società ha il diritto di abbracciare le idee che preferisce, purché non leda il diritto della società di preservare le fedi celesti”.
2) “Dal momento che la Patria araba è la culla della Rivelazione celeste e la protettrice delle religioni divine, essa si è impegnata in modo particolare a salvaguardare il loro carattere sacro, a rispettarne i riti, e a tutelare i diritti dei loro fedeli in libertà, dignità e fratellanza”.
3) “Dal diritto alla libertà di credenza deriva il riconoscimento della legittimità del pluralismo, la tutela del diritto alla differenza oltre al dovere di ciascun cittadino di tener conto della sensibilità degli altri e dell’uguaglianza tra di essi, sulla solida base della cittadinanza, della partecipazione e delle pari opportunità nei diritti e nei doveri”.
4) “Qualora vi sia un conflitto tra la ragione e la tradizione, si preferisca la ragione e s’interpreti la tradizione», a favore dell’interesse pubblico e secondo le finalità della sharî’a”.
Libertà di espressione.
La libertà di opinione è la madre di tutte le libertà e si manifesta nell’esprimere liberamente le proprie opinioni con tutti i mezzi di espressione: dalla scrittura, al discorso orale, alla produzione artistica e alla comunicazione digitale.
Essa è quell’aspetto delle libertà sociali che oltrepassa il singolo per comprendere altri soggetti, per esempio attraverso la formazione di partiti e associazioni della società civile.
Essa inoltre comprende la libertà di stampa, d’informazione radiofonica, televisiva e digitale e la libertà di procurarsi le informazioni necessarie per formarsi un’opinione. Dev’essere garantita dai testi costituzionali perché sia al di sopra delle leggi ordinarie, passibili di cambiamento.
La Corte costituzionale in Egitto ha stabilito di ampliare il concetto di libertà di espressione fino a comprendere la critica costruttiva, anche quando questa assuma espressioni forti, e ha dichiarato che «non è lecito che la libertà di espressione negli affari pubblici sia vincolata alla necessità di non oltrepassare i limiti; al contrario in questo campo si richiede tolleranza».
Tuttavia è doveroso richiamare l’attenzione sulla necessità di rispettare il credo delle tre religioni divine e i loro riti a motivo della loro importanza per il tessuto nazionale e la sicurezza pubblica. Nessuno ha il diritto di fomentare tensioni confessionali o fanatismi settari in nome della libertà di espressione, anche se resta garantito il diritto di praticare lo sforzo interpretativo, secondo l’opinione scientifica supportata da prove, negli ambiti specializzati e al riparo da tensioni, come si già detto a proposito della libertà di ricerca scientifica.
I presenti dichiarano che la libertà di opinione e di espressione è la manifestazione vera della democrazia e invitano a educare le giovani generazioni alla cultura della libertà, al diritto alla diversità e al rispetto per gli altri. Incitano quanti operano nell’ambito del discorso religioso, culturale e politico all’interno dei mezzi di informazione a tener conto nelle loro pratiche di questa importante dimensione e ad attenersi alla saggezza nella formazione di un’opinione pubblica caratterizzata da tolleranza e ampiezza di vedute, incline al dialogo e contraria al fanatismo. Per realizzare questo obiettivo occorre richiamare le tradizioni culturali del pensiero islamico tollerante. I più grandi campioni dello sforzo interpretativo affermavano: «Il mio parere è un’opinione giusta che potrebbe essere sbagliata, il parere diverso dal mio è un’opinione sbagliata che potrebbe essere giusta».
La libertà di ricerca scientifica. È tempo che la umma arabo-islamica torni a essere competitiva ed entri nell’era della conoscenza. La scienza è diventata la fonte della potenza militare ed economica, la causa del progresso, della crescita e della prosperità; la ricerca scientifica libera è diventata il cuore della Rinascita dell’istruzione, dell’egemonia del pensiero scientifico e della fioritura dei centri di produzione. Ad essa sono riservati fondi importanti, per essa si costituiscono gruppi di lavoro e si propongono grandi progetti, ciò che richiede che alla ricerca scientifica e umanistica venga assicurata la massima copertura.
L’Occidente è stato sul punto di acquisire il controllo di tutto il progresso scientifico e di monopolizzare il cammino della scienza, se non fosse intervenuta la rinascita di Giappone, Cina, India e Sud-Est asiatico. Questi Paesi hanno offerto modelli luminosi della capacità dell’Oriente di rompere tale monopolio ed entrare in grande stile nell’era della scienza e del sapere. È tempo che gli egiziani, gli arabi e i musulmani scendano anch’essi nella competizione scientifica e culturale. Possiedono infatti le forze spirituali, fisiche, umane e le altre condizioni necessarie per il progresso, in un mondo che non porta rispetto per i deboli e per quanti restano indietro.
La libertà di creatività artistico-letteraria. La creatività si suddivide in creatività scientifica e creatività artistico-letteraria, che trova espressione in diverse generi letterari: poesia lirica e drammatica, narrativa e romanzo, teatro, autobiografia, arti visive e plastiche, arti cinematografiche, televisive e musicali e altre forme recentemente ideate in tutti questi ambiti. La letteratura e le arti nel loro insieme mirano a far crescere la coscienza della realtà, stimolare l’immaginazione, elevare il senso estetico, educare i sensi umani, ampliare le capacità intellettive e approfondire l’esperienza di vita e di società propria dell’uomo. Talvolta criticano la società richiamandola a realtà più elevate e migliori.
Ad ogni modo, la regola fondamentale che disciplina i limiti della libertà della creatività è la ricettività della società da un lato e la capacità di assumere gli elementi della tradizione e rinnovarli attraverso la creatività letteraria e artistica dall’altro, senza intromissioni esterne finché non si toccano i sentimenti religiosi o i valori morali stabiliti.