Tutto nasce da un’operazione di polizia. Compiuta un paio d’anni fa, ha portato al sequestro di tanta refurtiva, tra cui anche un vecchio manoscritto. Ora il governo turco fa sapere che effettivamente si tratta di “una copia della Bibbia, scritta in aramaico, risalente a 1500 anni fa, che ha bisogno di restauri”. Poi, aggiunge il comunicato del Ministero della Cultura, sarà esposto al pubblico. Attualmente il prezioso volume, il cui valore viene stimato intorno ai 20 milioni di euro, si trova ancora nelle mani delle autorità giudiziarie. Ankara non dice altro, probabilmente consapevole che con tanti pazzi in giro l’argomento può scatenare fantasie pericolosissime, e infatti i soliti ignoti hanno già aperto le ostilità, degne di una guerra mondiale. “E’ il Vangelo di Barnaba”, assicurano. Strano, no?
Il Vangelo di Barnaba sarebbe un testo scritto da Barnaba discepolo di Gesù nel primo secolo dopo Cristo che sostiene che Gesù era un uomo e non il figlio di Dio e che Gesù stesso avrebbe parlato di un Profeta a lui successivo, probabilmente Maometto. Proprio per questo, applicando la logica, uno studioso musulmano avverte i suoi bollenti correligionari che un testo del V secolo difficilmente può essere stato scritto nel I secolo. “Al massimo, avverte, sarà una copia, o il lavoro di un suo discepolo.” Per gli studiosi cristiani il Vangelo di Barnaba non è un Vangelo, è un testo scritto nel XV secolo da un musulmano, e lo riproverebbe il fatto che, assicurano, conterrebbe enormi castronerie.
Ma la guerra sul “testo che nessuno ha ancora visto” già impazza, e si arricchisce sui giornali scandalistici di particolari incredibili: “Il Vaticano ha chiesto al governo turco di visionare l’antico manoscritto”, scrivono alcuni. Curioso, il governo turco dice di non essere ancora entrato in possesso del manoscritto e già dovrebbe farlo vedere al Vaticano.
Peccato. Della buona notizia, il ritrovamento di un testo così antico, sembra interessare quasi a nessuno.