WikiLeaks colpisce ancora, stavolta dando in pasto all’opinione pubblica mondiale scomode missive che fanno capo alla “Cia-ombra” (come da definizione della rivista finanziaria americana Barron’s). Parliamo della Strategic Forecasting Inc (Stratfor), in soldoni, una società di 007 privati pronti al ricatto e l’intimidazione di fonti, comprese le vittime di disastri, tipo quello di Bohopal in India del 1984. Tra i clienti migliori della Stratfor figura la Dow Chemical (quella del disastro, appunto). Business is business.
La Stratfor è un’impresa privata d’Intelligence a servizio di governi, grandi corporation e chiunque possa permettersene i servigi. Tra i suoi facoltosi clienti figurano, oltre alla citata Dow Chemical, Coca-Cola, Lockheed Martin, e varie agenzie governative americane, come il Dipartimento di stato, il corpo dei Marines e l’agenzia di intelligence per la difesa. Per ora WikiLeaks ha pubblicato 214 messaggi, su circa cinque milioni di e-mail inviate e ricevute tra il luglio 2004 e il dicembre 2011, intercettate illecitamente da Anonimous, gruppo di hackeraggio che passa informazioni a quello fondato da Julian Assange, che rivelato la faccenda ieri al Frontline Club di Londra.
«Oggi WikiLeaks inizia a sollevare il velo sulle vite private e menzogne private delle spie private. Ci troviamo di fronte al fiorire di una forma di intelligence privata, senza contrappesi per tenerla sotto controllo», ha detto Assange alla conferenza stampa di ieri. WikiLeaks ha messo in rete una lista confidenziale della società di Intelligence, con circa 4000 contatti. Il gruppo di Assange ha pubblicato anche i numeri di carta di credito.
Leggendo i documenti sottratti agli 007 privati americani, si apprende che Israele avrebbe attaccato, a più riprese, siti nucleari iraniani. Le esplosioni del novembre scorso in una base missilistica vicino Teheran sarebbero state opera di un commando israeliano che ha agito che, Venezuela il presidente venezuelano Hugo Chavez ha a mala pena un’aspettativa di vita pari ai mesi che mancano alle prossime elezioni.
Due importanti sponsor delle Olimpiadi di Londra (e anche di quelle invernali di Vancouver nel 2010), avrebbero pagato fior di quattrini la Stratfor per tenere sotto la lente d’ingrandimento gruppi ambientalisti e movimenti come la Peta (People for ethic treatment of animals), monitorando per esempio i profili facebook degli attivisti. C’è poi la rivelazione sugli alti ufficiali pakistani che conoscevano a menadito il nascondiglio di Osama Bin Laden e quella sul Brasile che «ha detto varie volte che l’Atlantico Sud è l’Amazzonia blu e che nessun Paese del nord dovrebbe occuparlo», ovvero che Londra dovrebbe fare i bagagli dalle Falkland/Malvinas. L’elenco è lunghissimo. I messaggi intercettati sono milioni.
Il management della Stratfor dice che i messaggi pubblicati da Wikileaks potrebbero essere stati «manipolati, contraffatti, e contenere imprecisioni».
Se su questo punto alla Cia-ombra va concesso il beneficio del dubbio, sui metodi spicci impiegati dagli 007 privati ci sono meno dubbi. In base alle rivelazioni di WikiLeaks in un messaggio del dicembre dell’anno scorso, Geogre Friedman, direttore della Stratfor dice, in sostanza, che per arrivare allo scopo il bravo agente speciale si deve concentrare sulle persone, non sulla materia. In modo da assoggettarle attraverso vari tipi di controllo, «sessuale, finanziario e psicologico». Che il bravo spione faccia il lavoro sporco non è certo uno scoop di WikiLeaks.