Spagna alle soglie del crak, piazza contro la cura Rajoy
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Spagna alle soglie del crak, piazza contro la cura Rajoy

La riforma del lavoro di Rajoy agita il Paese dell'Area Euro con il maggior numero di disoccupati. E' una crisi più grave del previsto e arrivano gli scioperi di massa.

Spagna alle soglie del crak, piazza contro la cura Rajoy
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30 Marzo 2012 - 10.29


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di Valerio Refat

In Spagna, dove quasi un quarto della popolazione attiva è senza lavoro, con l’emigrazione che cresce a ritmi mai conosciuti in precedenza e con la Chiesa cattolica che appare l’unica realtà in grado di garantire ai giovani un’occupazione, ha preso il via il primo grande sciopero generale dell’epoca post franchista.

Il principale obiettivo della mobilitazione è la modifica in parlamento della riforma del mercato del lavoro promossa dal governo Rajoi allo scopo di rendere più facili e meno onerosi i licenziamenti. Un rapporto del grande sindacato di sinistra Ugt avverte che se la legge dovesse restare così com’è, si perderebbero 640.000 posti di lavoro nel solo 2012.

Se la gestazione del provvedimento ha messo a nudo la contrapposizione tra l’anima liberista dell’esecutivo, incarnata dal ministro dell’Economia Luis de Guindos, e quella moderata del titolare delle Finanze Cristobal Montoro, la stentata vittoria alle elezioni regionali in Andalusia ha dimostrato che la luna di miele tra il Partito Popolare e la Spagna è già agli sgoccioli.

Ma Rajoy deve fare i conti anche con la sfiducia che serpeggia tra i partner europei da quando ha affermato che, a causa di un disavanzo all’8 per cento, più alto del previsto di almeno due punti, il suo governo si sarebbe limitato a ridurre il deficit pubblico al 5,8 anziché al 4,4 per cento del Pil, come concordato in precedenza. Solo dopo estenuanti trattative condotte a Bruxelles con il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, de Guindos è riuscito ad ottenere un margine di manovra più ampio.

Per raggiungere il nuovo target di stabilità, pari al 5,3 per cento del Pil, Madrid presenterà venerdì una manovra finanziaria da 20 miliardi di euro in aggiunta a quella da 15 miliardi varata nello scorso dicembre. Le nuove misure includeranno nuovi drastici tagli alle spese dei ministeri e il blocco dei salari nel pubblico impiego per i prossimi tre anni. E c’è da credere che le politiche di rigore stabilite in sede Ue finiscano per pesare più del previsto su un Pil che, secondo l’ultimo bollettino della Banca centrale iberica, sta già attraversando una fase di recessione tecnica. Secondo la Commissione Europea, nel 2012 il Pil spagnolo calerà dell’1,7 per cento, ma altre fonti indicano una contrazione del 2,7 per cento.

Altro fronte caldo è quello del sistema creditizio, alle prese con la crisi di un settore immobiliare verso il quale vanta un’esposizione superiore a 300 miliardi. Lo sgonfiarsi progressivo dei prezzi delle abitazioni, in calo del 20-25 per cento dall’inizio della crisi, sta rendendo inesigibile una parte consistente dei prestiti accordati ai privati. Tanto che nel 2011 le banche hanno registrato profitti in caduta del 40 per cento rispetto all’anno precedente. Secondo vari operatori per mettere al sicuro gli istituti di credito iberici non sarebbero sufficienti i 50 miliardi previsti, in aggiunta ai 105 spesi nel 2011.

La maxi fusione tra la Caixa Bank e la Banca Civica, che ha dato vita al primo gruppo bancario spagnolo, invece di rasserenare gli animi ha veicolato nuovi dubbi sulla solidità di un sistema che a giudizio di Willem Hendrik Buiter, ascoltato capo economista di Citigroup ed ex membro del comitato di politica monetaria della Banca d’Inghilterra, avrà bisogno già a partire da quest’anno di un consistente piano di aiuti da parte di Ue, Bce e Fmi.

Varie fonti ufficiali dell’Unione Europea si sono affrettate a smentire ogni ipotesi di ristrutturazione del debito di Madrid ma, nelle stesse ore, si sono moltiplicate le voci riguardanti l’aumento, fino a mille miliardi di euro, della dotazione del Fondo salva Stati. Per la prima volta, Angela Merkel ha lasciato trapelare un cauto ottimismo a riguardo. E con lo sguardo rivolto a quanto può accadere a Madrid, non sembra una mossa casuale.

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