«Si può detestare Gunter Grass, si può considerare quest’ultima sua uscita nel modo più negativo, ma metterlo al bando da Israele come ha deciso di fare il governo Netanyahu significa comportarsi non da Paese democratico e tradire, dunque, le stesse origini dello Stato ebraico. È tempo che Israele torni ad agire nel segno della sua storia migliore, fermando una deriva che rischia di sfigurarne il volto e pure l’anima». Lo afferma il senatore Pd Roberto Della Seta, membro della Commissione del Senato per i diritti umani. «Ho trovato pessima l’invettiva di Grass contro Israele, e desolante la sua sottovalutazione del pericolo rappresentato dall’Iran di Ahmadinejad. Ma si tratta di un’opinione, nella quale obiettivamente non c’è traccia di antisemitismo. La reazione del governo d’Israele è allora il segno preoccupante di una leadership, di una classe dirigente che minaccia di allontanare il Paese dalle sue tradizioni democratiche, umanistiche: per Israele, questa è una minaccia altrettanto seria di quella rappresentata dai propositi di guerra di Ahmadinejad».
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