Comincia oggi il lavoro dei primi osservatori delle Nazioni Unite arrivati ieri a Damasco con l’incarico di controllare che venga rispettato il cessate il fuoco in Siria. I monitors, ha spiegato Ahmed Fawzi, il portavoce dell’inviato speciale per la Siria Kofi Annan, indosseranno i caschi blu. Si tratta di un gruppo di sei persone, guidate da un ufficiale dell’esercito marocchino. Il loro compito consisterà anche nel far rispettare tutti e sei i punti del piano Annan che prevede, oltre al cessate il fuoco tra truppe governative e insorti armati, anche il ritiro della forze armate siriane dai centri abitati ribelli, la libertà di manifestazione e l’avvio della transizione politica.
Da parte sua Damasco ha accolto gli osservatori – decisa sabato scorso con una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu votata anche da Cina e Russia – ma ha avvertito che non potrà garantire la loro incolumità se la missione non avverrà con il completo coinvolgimento del governo. «Il lavoro degli osservatori e i loro movimenti avverranno in coordinamento con le autorità governative. La Siria non può essere responsabile per la sicurezza di questi osservatori a meno che non coordini e non partecipi a tutti i passi compiuti sul terreno», ha avvertito la portavoce presidenziale Bouthaina Shaaban. La portavoce ha confermato inoltre la linea dura contro i ribelli armati, i cui attacchi, ha affermato, si sono «intensificati contro i soldati, le forze dell’ordine e i civili». Ieri un agente di polizia è stato ucciso e altri tre feriti in un attacco compiuto da «un gruppo armato» a Harem, nella provincia di Idlib.
Intanto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, ha espresso forte preoccupazione per le violazioni della tregua in Siria che ieri sarebbero costate la vita – secondo fonti dell’opposizione – ad almeno 13 civili in varie parti del paese. Khaldiye, uno dei quartieri di Homs, la città roccaforte della rivolta contro il presidente Bashar Assad, è stata più volte colpita dall’esercito. L’Osservatorio siriano per i diritti dell’uomo, con base a Londra e legato all’opposizione, ha riferito che le forze di sicurezza hanno preso di mira la città con «tre bombe al minuto». «Ribadisco nei termini più fermi possibile che la cessazione delle violenze deve essere mantenuta», ha ammonito Ban Ki-Moon.
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