Scontro diplomatico tra Usa e Pakistan
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Scontro diplomatico tra Usa e Pakistan

Islamabad voleva le scuse formali per un raid aereo in cui morirono 24 pakistani. No americano e rientro del mediatore a Washington.

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29 Aprile 2012 - 08.59


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Il raid aereo statunitense del novembre scorso, che aveva ucciso 24 soldati pachistani sul confine afghano, è al centro di una discussione tra Usa e Pakistan. Gli Stati Uniti, infatti, si sono rifiutati di presentare le proprie scuse senza alcuna condizione, così come richiesto da Islamabad. Cinque mesi di colloqui tra i due Paesi, si sono formalmente chiusi oggi con un nulla di fatto. Uno stallo diplomatico in piena regola. L’inviato speciale per l’Afghanistan e il Pakistan, Marc Grossman, ha infatti lasciato Islamabad senza un accordo dopo due giorni di discussioni, tese a ricucire lo strappo provocato da quel raid in un’alleanza quanto mai importante per Washington.

La situazione sembrava quasi sbloccata e le scuse formali erano ormai pronte, ma «quello che ha cambiato tutto è stato il 15 aprile», ha detto al New York Times una fonte dell’amministrazione, riferendosi al giorno degli attacchi simultanei dei talebani a Kabul e altri città afghane. L’intelligence Usa infatti ha stabilito che gli attacchi sono stati diretti dalla rete di Haqqani, organizzazione terroristica che ha la sua base nel Waziristan del Nord, nelle aree tribali pachistane. E questo ha riacceso il vecchio sospetto americano sulle reali intenzioni di Islambad nel volersi impegnare nella lotta al terrorismo.

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