La rielezione di Barack Obama alla Casa Bianca passa per la guerra in Afghanistan. Gli americani sono stufi della presenza dei loro militari a Kabul e il ritiro di 23 mila marines entro l’estate e l’addestramento delle forze interne è un compito che si fa sempre più delicato. Per questo il presidente statunitense si è affidato a John Allen. «Allen è il mio uomo», ha detto Obama ai membri dello suo staff in occasione di un pranzo con il militare all’inizio dell’anno. Un attestato di stima che non ha precedenti.
E secondo tutti gli analisti il compito del comandante supremo delle truppe in Afghanistan è quasi proibitivo. Secondo il tenente generale in pensione Davis Barno, comandante in capo in Afghanistan dal 2003 al 2005, «Allen affronta una sfida senza precedenti. Sta combattendo le rivolte e allo stesso tempo pensa al ritiro delle truppe e a cambiare il volto della missione». Lo stesso Allen è cosciente della delicatezza della situazione afghana: «La mia istruzione ai comandanti è quella di rendere gli afghani sempre più partecipi della lotta». Per questo sta accelerando il processo di trasferimento delle responsabilità alle forze di sicurezza interne, in modo che entro l’estate possano controllare da sole il paese.
E per Obama è quindi un’ottima notizia l’avvio della terza fase del trasferimento della sicurezza dalla Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) a forze armate e polizia afghani, annunciato ieri dal presidente afghano Karzai. Obama ha espresso il suo compiacimento con una nota ufficiale in cui parla di «un importante passo in avanti negli sforzi per raggiungere i nostri obiettivi in Afghanistan. Siamo sulla strada per raggiungere il nostro obiettivo di avere entro la fine del 2014 il governo afghano totalmente responsabile per la sicurezza».