Al via il G8 della crisi: scontro fra rigore e crescita
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Al via il G8 della crisi: scontro fra rigore e crescita

Prima cena a Camp David per il summit dei grandi della terra. Obama accoglie Monti: "Porteremo a casa risultati". Cameron boccia subito la Tobin Tax. Incognita Merkel.

Al via il G8 della crisi: scontro fra rigore e crescita
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19 Maggio 2012 - 09.25


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E’ iniziato a Camp David il G8 dell’austerità e della crisi economica. Un summit che vede l’Europa spaccata sulle misure da prendere per risollevarsi dalla recessione mondiale. Il primo incontro fra i leader è molto formale, tutti senza cravatta, tranne il neo presidente francese Francois Hollande che si presenta in ritardo e incravattato. La Merkel in giacca rossa e pantaloni bianchi. Per il premier italiano Monti c’è una lunghissima e calorosa stretta di mano col presidente Usa e una frase quasi bisbigliata: “Se tutto va bene porteremo qualcosa a casa”.

Dopo la cena di ieri sera, oggi iniziano le vere discussioni, senza sosta per tutto il giorno, tranne una piccola pausa per Cameron e la Merkel che hanno chiesto di essere scusati per 90 minuti per poter asistere in tv alla finale di Champiosn league fra il Chelsea e il Bayer Monaco. E si è subito capito che, noniostante l’aria rilassata, non sarà facile arrivare a degli accordi che accontentino tutti. Cameron nel suo primo faccia a faccia con Hollande è stato fermo nel ribadire un secco no alla Tobin Tax.

Tutti gli occhi sono puntati su Angelo Merkel, che non ha ancora fatto capire se intende aprire a misure sulla crescita, sacrificando in parte il rigore economico imposto finora a tutta l’Europa. Toccherà a Mario Monti in mattinata aprire il dibattito sulla crisi economica tentando di diventare un vero e proprio ponte tra le due posizioni dentro le quali l’Europa rischia di frantumarsi se non adotta in fretta una soluzione che produca occupazione e sviluppo.

Obama e Hollande hanno subito insistito sulla “priorità della crescita” mentre il premier italiano è stato chiamato dal padrone di casa ad offrire un piano operativo percorribile e responsabile. E ieri notte i leader sono rimasti a tavoli oltre due ore affrontando sia le sanzioni all’Iran che quelle alla Corea del Nord, orientandosi a togliere quelle su Myanmar pur nella consapevolezza che il Paese ha fatto progressi ma non ha completato ancora il suo ciclo democratico. Sulla Siria in ebollizione anche il premier russo Medvedev conferma di appoggiare la “transizione politica” senza darle però dei tempi definiti. Obama inserisce il tema della presenza delle donne nel processo politico e il primo esempio potrebbe arrivare proprio dall’afghanistan la cui presenza è stata richiesta anche la prossimo vertice della Nato domani a Chicago.

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