Continuano gli scontri in Siria, sove solo oggi sono almeno 23 i morti, tra i quali anche 14 militari del regime guidato da Assad. Secondo alcune fonti delle organizzazioni siriane dei diritti umani, il governo ha deciso, infatti, di compiere diversi rastrellamenti. Cercavano i militanti dell’opposizione al regime. Negli scontri sono rimasti uccisi anche otto civili e un ribelle. Mentre i militari sono morti durante un conflitto a fuoco con gruppi di disertori. Sei sono stati uccisi ad a al-Gharia al-Gharbiya, nella provincia di Daraa, ed altri 8 ad al-Ghuta al-Sharqiya, nei pressi di Damasco.
Resta alta dunque la tensione in Siria, per la quale anche il neo eletto presidente francese Hollande ha già chiesto all’Onu, diversi giorni fa, una nuova e pesante risoluzione, per fermare le violenze nel territorio, non escludendo neppure un intervento armato, qualora si rendesse necessario. Ad ostacolare però una nuovo provvedimenti delle nazioni Unite, c’è la Russia, unico Paese che non ha voluto interrompere i rapporti diplomatici con Assad, espellendo da casa propria gli ambasciatori siriani, in segno di protesta. Così come era stato già fatto da molti Paesi occidentali.