C’erano una volta navi cariche di schiavi che partivano dalle coste africane dirette al nuovo mondo per fornire manodopera nelle piantagioni di cotone e tabacco. Poi con il passare dei secoli lo schiavismo è stato debellato ma la migrazione non si è interrotta: barconi carichi di clandestini attraversano il Mediterraneo per portare disperati in cerca di una nuova vita, lontano dalla guerra, dalla carestia e dalla povertà a cui troppo spesso sono soggetti.
Poi però, informandosi bene, si scopre che esiste anche un altro flusso migratorio, contrario. E’ quello che vede cittadini europei prendere un volo e trasferirsi in qualche paese dell’Africa in cerca di un lavoro specialistico. E’ la nuova frontiera della migrazione.
Visti i sempre più alti tassi di disoccupazione che ci sono nel vecchio continente, specie in alcune nazioni, la necessità di arrivare a fine mese obbliga a una certa dose di ingegno ma anche di coraggio: e allora via, si prepara una valigia e si parte per alcuni paesi dell’Africa sperando che le proprie conoscenze specifiche, specie quelle dei laureati, consentano di trovare nuove opportunità.
Particolarmente ricercate, a seconda delle zone, gli ingegneri, specie quelli legati all’idraulica, gli agronomi ma anche dirigenti turistici che sappiano valorizzare un patrimonio naturale non sfruttato per la carenza di infrastrutture e per l’instabilità politica di alcune nazioni. Ma anche uomini in grado di portare cultura, conoscenza e buona amministrazione in un continente troppo spesso derubato delle proprie risorse minerarie di cui è ricchissimo.