Il villaggio di ‘Azzoun ‘Atma è la Palestina: colonie, Muro di Separazione e confisca di terreni agricoli e alberi di ulivo. Negli anni la confisca di terre per la costruzione del Muro e l’espansione degli insediamenti israeliani ha provocato un dissanguamento delle proprietà del villaggio.
A 24 chilometri a Sud di Tulkarem, in Area C, il villaggio fa parte del distretto di Qalqilya, nel Nord della Cisgiordania. Prima del 1948 e della creazione dello Stato di Israele, ‘Azzoun si estendeva su un’area pari a 24.496 dunams (10 dunum = 1 ettaro). Oggi il villaggio, in cui vivono circa 2.000 palestinesi, si è ridotto a 9.130 dunam.
‘Azzoun, a soli 12 chilometri dalla città di Qalqilya, sta subendo dal 2002 la costruzione del Muro di Separazione da parte delle autorità israeliane: la barriera che corre a pochi metri dal villaggio ha già inghiottito circa 500 dunam di terre e portato alla distruzione di oltre 1.500 alberi di ulivo. E una parte delle terre agricole di ‘Azzoun sono finite al di là del Muro, annesse alle quattro colonie che sovrastano il villaggio: circa 2.000 dunam a Sud di ‘Azzoun sono ora inaccessibili ai legittimi proprietari, palestinesi residenti nel villaggio.
Soltanto 90 residenti hanno la possibilità di raggiungere i propri appezzamenti di terreno, al di là del Muro, come spiega in un report l’associazione palestinese Al Haq: le loro sette abitazioni, nel processo di costruzione della barriera, sono rimaste separate dal resto del villaggio dal Muro. Novanta persone che hanno la teorica possibilità di attraversare il checkpoint di Yo’af per raggiungere il villaggio. Teorica perché per poter entrare necessitano dello speciale permesso rilasciato dall’Amministrazione Civile israeliana.
Al Muro si aggiungono quattro colonie: Sha’arej Tivka a Nord Est e Ma’ale Shamron, Ginnot Shomeron e Karne Shomron a Sud del villaggio. Una presenza non solo pericolosa per la continua espansione degli insediamenti nelle terre di proprietà di ‘Azzoun, ma anche per gli attacchi che i coloni israeliani compiono regolarmente contro il villaggio. In particolare, a danneggiare i terreni ancora disponibili ci pensano le acque nere provenienti da Sha’arej Tivka, il cui sistema fognario termina ad ‘Azzoun. A subirne maggiormente le conseguenze, è la scuola superiore di Beit Amin: il regolare deflusso delle acque nere impedisce spesso agli studenti di tenere lezione e rappresenta un serio pericolo per la loro salute.
E le annessioni non si fermano. Come riportato da Al Haq, il 13 e il 14 novembre scorsi, il contadino palestinese ‘Ali Yousef, 40 anni, stava lavorando nel suo appezzamento agricolo quando ha visto arrivare 40 soldati israeliani, due bulldozer militari, sette jeep e otto operai. Il “team” ha iniziato a livellare l’area di Khalet al-Masaya, un chilometro ad Ovest del villaggio di ‘Azzoun: gli operai hanno sradicato ottanta alberi di ulivo e i bulldozer hanno livellato circa trenta dunam di terra.
‘Ali si è fatto avanti ed ha chiesto all’ufficiale israeliano più alto in grado la ragione di un simile scempio, la distruzione della sua terra e di quella di altri residenti del villaggio. Secondo le autorità israeliane, su quella terra appartenente al villaggio di ‘Azzoun e ad altri villaggi vicini pesa un ordine militare del 2007: a giustificare l’ennesima confisca, secondo le autorità di Tel Aviv, sono la costruzione del Muro, la protezione delle colonie intorno al villaggio e la loro espansione.
Una nuova espropriazione che non fa che peggiorare le già difficili condizioni di vita nel villaggio: secondo i dati forniti dal Palestinian Central Bureau of Statistic, il tasso di disoccupazione nel 2008 era pari al 19%. E la diretta conseguenza della costruzione del Muro e dell’espansione degli insediamenti è il dissanguamento dei mezzi di sostentamento di cui godeva ‘Azzoun. La nuova confisca ha provocato la perdita di altri 500 dunam di terra: circa 40 contadini palestinesi hanno così perso le coltivazioni di ulivo e di limoni.
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