Alcuni estratti resi noti ieri affermano che lo Stato bulgaro deve ancora condurre una lotta convincente al crimine, come peraltro accade in Romania. “Il rapporto contiene qualcosa di buono”: questo è tutto quel che il ministro degli Interni e vice premier, Tsvetan Tsvetanov ha potuto dire ai suoi compatrioti dopo aver preso visione a Bruxelles della prima bozza della relazione. Comparendo dinanzi al comitato per la sicurezza nazionale, Tsvetanov però non ha potuto rispondere ad alcune domande, per esempio su come secondo la Ue dodici gruppi criminali possano aver creato un giro d’affari si 1,8 milioni di euro l’anno.
”E’ vero, le organizzazione criminali generano grandi risorse finanziarie – ha risposto il ministro, nel resoconto di “Novinite” – per 16 tonnellate di hashish il profitto e’ di 350 milioni di euro, e molto di piu’ per la cocaina, ma la lotta al crimine non e’ un processo di breve periodo e nessun governo è riuscito a portarla a termine nei tre anni del suo mandato”. Secondo Tsvetanov “ il 2009 e’ stato l’anno che ha marcato il primo autentico sforzo per combattere il crimine organizzato. Abbiamo aderito all’Unione europea ad al suo sistema giudiziario solo nel 2007 e sul piano interno dobbiamo registrare ancora molti casi di pressioni sui giudici, ma c’è ancora molto da fare soprattutto per risolvere i molti casi di omicidio avvenuti durante la transizione”.
Secondo il partito socialista, che è all’opposizione, invece, “non c’è mai stato un rapporto più devastante in termini di situazione politica in Bulgaria”.