I piloti a Netanyahu: pronti ad eseguire ordine attacco all’Iran
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I piloti a Netanyahu: pronti ad eseguire ordine attacco all’Iran

La lettera inviata dai piloti di Aviazione, Esercito e Marina segue l’appello alle forze aeree a rifiutare di bombardare le centrali atomiche iraniane diffuso da 400 israeliani

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21 Agosto 2012 - 13.46


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Non è la risposta che si aspettavano i firmatari dell’appello a non attaccare l’Iran diffuso in rete nei giorni scorsi. A quell’appello i piloti riservisti dell’ Aviazione militare, dell’Esercito e della Marina hanno replicato con una lettera indirizzata al primo ministro Netanyahu nella quale di dicono pronti ad eseguire qualsiasi ordine in qualsiasi momento.

Lo riferisce il giornale online “Time of Israel” aggiungendo che i piloti inoltre condannano gli appelli a non eseguire gli ordini impartiti dall’establishment politico-militare.

Nei giorni scorsi più di 400 israeliani, tra i quali diversi accademici, avevano firmato un appello che chiede ai piloti dell’Aviazione militare di rifiutare l’ordine di bombardare le centrali nucleari dell’Iran, che il governo di Benyamin Netanyahu potrebbe dare già nelle prossime settimane, a voler dar credito alle indiscrezioni di stampa.

«Noi non conosciamo i vostri nomi…ma sappiamo una cosa: il nostro destino, il nostro futuro è nelle vostre mani. Presto potreste ricevere l’ordine (di attaccare l’Iran), scegliere di dire di no», è scritto nell’appello che circola in internet.

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Tra i firmatari ci sono il professor Menachem Mautner, ex preside della facoltà di giurisprudenza dell’università di Tel Aviv; Anat Biletzki, ex direttrice del centro per i diritti umani “B’Tselem”; e Nurith Gertz del College Sapir.

Tra le ragioni indicate nell’appello per non attaccare ci sono la rappresaglia iraniana contro le città israeliane, la possibilità di una contaminazione da radiazioni della popolazione civile iraniana, il disastro economico globale e il pericolo per i piloti di essere abbattuti e catturati, con la conseguenza che il paese sarebbe poi costretto ad accettare uno scambio di prigionieri per ottenere la loro liberazione a condizioni molto sfavorevoli.

Più di tutto l’appello sottolinea che l’attacco alle centrali iraniane non causerebbe l’interruzione definitiva dei programmi nucleari di Tehran ma finirebbe solo per ritardarli di qualche anno. Nena News

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