Ancora episodi di violenza in Afghanistan dove 15 civili sono stati uccisi dalla polizia locale, un corpo creato per combattere i talebani su territorio, nella provincia settentrionale di Kunduz. La sparatoria è avvenuta nel villaggio di Non, ma non si conosce la dinamica del massacro. E’ noto che le polizie locali sono spesso accusate di abusi contro la popolazione civile e c’è chi mette in dubbio anche l’operazione che ha portato all’uccisione delle 15 persone.
Una fonte che non ha voluto essere identificata, ha confermato l’accaduto al quotidiano online afgao Khaama Press. E un’altro testimone ha dichiarato che alla base ci sarebbe l’uccisione di un ufficiale della polizia locale, per la quale la responsabilità sarebbe stata addossata agli abitanti della zona.
Se le fonti fossero vere, allora si potrebbe parlare di una vera e propria rappresaglia, che non fa meno orrore dei civili giustiziati dai talebani.
Solo pochi giorni fa, infatti, si erano consumati due altri gravi delitti, quello della decapitazione di due bambini da parte dei talebani. Avevano rispettivamente 12 e 6 anni. Anche se i due episodi, riferisce la polizia non erano collegati tra di loro. Il bambino, infatti, era stato rapito e poi ucciso mercoledì scorso nella provincia meridionale di Kandahar, mentre la bambina è stata decapitata nella provincia orientale di Karpisa.
Insomma, il Paese è preda di delitti e abusi che arrivano da ogni parte, e dei quali spesso è difficile stabilire cause e dinamiche, resta però l’orrore per le azioni che coinvolgono sistematicamente la popolazione civile.
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