Una giovane donna tunisina stuprata da due poliziotti viene processata in questi giorni per attentato al pudore. La colpa: aver denunciato i due poliziotti, che generalmente restano impuniti: lo stupro è considerato una forma di tortura! Ma il rischio è che invece di punire i colpevoli dello stupro venga punita la ragazza e il suo fidanzato denunciati dai poliziotti per “comportamento indecente in luogo pubblico”.
I due giovani si trovavano in macchina quando i poliziotti si sono avvicinati, hanno fatto scendere il ragazzo, allontanandolo, e mentre un poliziotto cercava di estorcergli del danaro gli altri due hanno stuprato la ragazza. Il fatto è avvenuto all’inizio di settembre, dopo la denuncia è cominciato il processo contro i due fidanzati che rischiano fino a sei mesi di carcere.
La società tunisina, soprattutto le donne, si è mobilitata contro questo ennesimo caso di sopraffazione raccapricciante mentre i ministro dell’interno (di Ennhadha difende i suoi uomini). La ragazza ha avuto il coraggio di denunciare i suoi aguzzini esponendosi al rischio di essere condannata e di essere additata da quelle componenti della società che hanno subito una regressione culturale fagocitata dagli islamisti più oscurantisti.
Solidarietà alla ragazza, che non ha voluto rivelare il nome, si è manifestata anche in Francia. E anche noi vorremmo fare arrivare alla giovane donna tutta la nostra solidarietà sperando che la Tunisia non torni ad essere quello stato poliziesco dei tempi di Ben Ali.