I ministri degli Esteri dell’Unione europea hanno deciso di rafforzare le sanzioni nei confronti dell’Iran. Le misure colpiranno i settori bancario, nautico e industriale iraniani, e hanno come obiettivo diportare Teheran al tavolo del negoziato.
Vengono proibiti tutti i trasferimenti tra le banche europee e gli istituti iraniani a partire da una certa
cifra a meno che non ricevano un’autorizzazione preventiva (viene fatta una qualche eccezione per gli aiuti umanitari, il cibo e le medicine), si congelano gli asset di 34 aziende che finanziano il regime e si vietano le importazioni di gas naturale. La lista dettagliata delle entità colpite non è stata ancora resa nota ma si sa che nella lista nera c’è anche un ministro del governo.
Soddisfatto il ministro degli Esteri italino Terzi: «Si deve trovare una soluzione in tempi rapidi e porre termine all’arricchimento dell’uranio a livelli compatibili con l’armamento nucleare». Le sanzioni, ha sottolineato il titolare della Farnesina ai giornalisti a Lussemburgo, «non sono un obiettivo in sé, ma un mezzo per convincere i leader iraniani a partecipare al tavolo del negoziato con una volontà sostanziale» per rispettare le risoluzioni dell’Onu e «per arrivare ad una soluzione».
In ogni caso, ha rivendicato il ministro, le misure restrittive decise dall’Ue «stanno avendo effetti sull’economia iraniana, nel corso dell’anno il riyal si è svalutato dell’80% rispetto al dollaro e questo sta avendo specialmente effetto sulle industrie strategiche legate al programma nucleare».
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