Il caso di Savita Halappanavar, irlandese di origini indiane, è destinato a riaccendere l’annoso dibattito sulle leggi in materia di aborto nella cattolicissima Irlanda dove l’aborto è autorizzato entro 9 settimane dal concepimento e solo nel caso che la vita della madre sia in pericolo. La donna, una dentista hindu di 31 anni, è morta dopo che i dottori le hanno negato un’interruzione di gravidanza alla 17esima settimana, spiegandole che “questo è un paese cattolico”. Le autorità hanno aperto un’inchiesta, mentre il premier Enda Kenny ha dichiarato ai deputati di essere in attesa dei risultati di due indagini sulla morte di Savita, avvenuta presso l’ospedale universitario di Galway, Irlanda occidentale.
I familiari di Halappanavar hanno raccontato che la donna ha chiesto più volte ai dottori di interrompere la gravidanza, perché avvertiva un fortissimo mal di schiena e stava per abortire. I medici le hanno tuttavia risposto che non poteva abortire perché l’Irlanda è un paese cattolico e il feto era ancora vivo, ha spiegato il marito Praveen all’Irish Times. “Il consulente disse che ‘finché si sente un battito cardiaco del feto, non possiamo fare niente'”, ha aggiunto il marito, in un’intervista telefonica dalla regione di Karnataka, nel sud dell’India. “Non sono né irlandese, né cattolica – disse allora Savita, ha raccontato il marito – ma mi hanno detto che non possono fare niente”. La donna è morta di setticemia il 28 ottobre scorso, una settimana dopo il ricovero. Il feto è stato asportato dal suo corpo il 23 ottobre, dopo che il cuoricino aveva smesso di battere. L’ospedale ha spiegato in un comunicato di avere richiesto un’indagine sulla morte di Savita, che non è ancora partita, dato che i dottori stanno attendendo di parlare con la famiglia Halappanavar, al momento in India per i funerali. La coppia di indiani vive a Galway, dove il marito 34enne lavora come ingegnere. Il premier Kenny ha affermato che il ministro della Sanità ha richiesto una relazione sulle circostanze in cui è morta la donna, mentre le indagini sono state lanciate dall’ospedale e dal dipartimento della Salute irlandese. La morte di Savita è avvenuta a poche settimane dall’apertura della prima clinica privata pro-aborto in Irlanda del Nord, Marie Stopes di Belfast, che offre anche servizi sulla contraccezione e test dell’hiv.