Per aprire al dialogo, il Fronte di Salvezza Nazionale, che include gran parte dell’opposizione egiziana, chiede che il presidente islamista Mohamed Morsi ritiri il decreto con il quale si è attribuito poteri straordinari e rinvii il referendum sulla nuova Costituzione previsto tra 10 giorni.
E’ questa la risposta che uno dei leader dell’opposizione, Mohammed elBaradei, leader del partito Dostour, ha dato al vicepresidente Mahmoud Mekki che ieri aveva offerto la possibilità di riscrivere gli articoli contestatì della nuova Costituzione, confermando però che il referendum si farà come previsto il 15 dicembre.
Una soluzione della crisi resta perciò lontana mentre l’Egitto, spaccato tra i Fratelli musulmani al potere e le opposizioni laiche e progressiste, scivola verso il caos.
Le ultime ore sono stale le più violente ed insanguinate dall’inizio della crisi lo scorso 22 novembre con il decreto firmato da Morsi.
Almeno cinque sono i morti, 350 i feriti dopo ore di tafferugli con lancio di sassi e bottiglie molotov tra gli schieramenti opposti davanti al palazzo presidenziale al Cairo e in altre città del paese.
Morti che hanno spinto i consiglieri di Morsi a dare le dimissioni. Nella notte, nonostante gli appelli alla calma, e’ stato appiccato il fuoco alle sedi dei Fratelli musulmani a Ismailyya e Suez.
Ad Alessandria Sobhi Saleh, membro della contestata Assemblea Costituente, èstato aggredito e picchiato duramente.