Barack Obama ha telefonato nella notte al presidente egiziano Mohamed Morsi per esprimergli la sua «profonda preoccupazione» per i morti ed i feriti che si stanno registrando nelle manifestazioni in Egitto. «Tutti i leader politici egiziani devono esprimere chiaramente ai loro sostenitori che la violenza è inaccettabile», ha detto ancora il presidente americano, secondo quanto ha riportato la Casa Bianca della conversazione telefonica dei due leader.
E rimane altissima la tensione in Egitto in attesa delle nuove manifestazioni dell’opposizione, la
cosiddetta giornata del “cartellino rosso” per il presidente Mohamed Morsi. Secondo al-Arabiya, dopo le preghiere del venerdì ci saranno oggi 17 cortei che muoveranno verso il palazzo presidenziale in segno di protesta contro il referendum e la dichiarazione costituzionale con cui Morsi si è
attribuito poteri quasi assoluti. All’alba, alcuni manifestanti si erano già raggruppati a piazza Tahrir.
Il movimento 6 aprile ha respinto la richiesta di dialogo fatta dal presidente; e il comitato di coordinamento, che raggruppa il variegato fronte di movimenti e partiti anti-Morsi (il Partito della Costituzione, il Movimento Popolare, il Movimento dei Socialisti Rivoluzionari, il Movimento 6 aprile, i liberali del Partito degli Egiziani Liberi, il Partito Democratico Sociale) ha preannunciato un evento «milionario», una sorta di “ultimatum finale”.