La coalizione di centro sinistra al governo in Romania sotto il premierato di Victor Ponta ha vinto le elezioni politiche di domenica con un margine molto ampio: circa il 57 dei voti, percentuale che mette all’angolo la formazione di centro destra guidata dal presidente della Repubblica, Traian Basescu, ferma al 19 per cento. “Questa è una vittoria contro il regime di Basescu”, è il commento che arriva dal gruppo dei vincitori per bocca del vice presidente socialista, Crin Antonescu. E il premier Ponta conferma l’impegno di dare vita ad “un governo di orientamento europeo ed atlantico”.
Il contrasto fra Ponta e Basescu però negli ultimi mesi non ha fatto che ingigantirsi, e anche adesso il presidente lascia intendere che, nonostante il risultato delle elezioni, designerà un primio ministro di sua scelta, cosa che secondo molti analisti si concreterebbe in un abuso di potere. Finora Basescu non ha commentato la propria sconfitta ma è volato ad Oslo per assistere alla consegna dei premi Nobel rimandando ogni decisione al suo ritorno, anche se la Romania oggi ha bisogno di tutto tranne che di un’altra crisi politica. Il Paese continua a vivere momenti agitati dopo che nel 2010 la politica di rigore del centro destra allora al potere, ha condotto ad un “taglio” del 25 per cento dei salari nel settore pubblico.
Nei mesi scorsi la maggioranza di centrosinistra aveva inutilmente cercato di proporre un “impachement” per il presidente della Repubblica, anche se poi Basescu è stato salvato da una discussa decisione della Corte costituzionale sulla legittimità della consultazione. Adesso, nel nuovo scontro che sembra profilarsi potrebbe giocare un ruolo anche il “partito del popolo”, una formazione fondata due anni fa da un “tycoon” della televisione Dan Diaconescu ,che ha sempre oscillato fra populismo ed effetti del piccolo schermo. Il partito di Diaconescu però ha ottenuto in 12 per cento dei voti e dunque si propone come terza forza del Paese.