Obama a Newtown: di più per proteggere i figli
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Obama a Newtown: di più per proteggere i figli

Il presidente Usa sul luogo della strage ammette: «Non abbiamo fatto abbastanza per la sicurezza dei nostri figli. Queste tragedie devono finire. Farò il possibile». (video)

Obama a Newtown: di più per proteggere i figli
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17 Dicembre 2012 - 08.56


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È un Barack Obama visibilmente scosso quello che è andato in visita a Newtown, sul luogo dell’ultima strage americana. Incontrando i parenti delle vittime, gli insegnati sopravvissuti, i soccorritori, il presidente Usa ha dichiarato: «Abbiamo fatto abbastanza per difendere i nostri bambini? Onestamente la mia risposta è no. Dobbiamo cambiare. È la quarta volta, da quando sono presidente, che mi unisco al dolore di una comunità colpita da una strage. E, in mezzo, ci sono sparatorie continue da un angolo all’altro d’America, notizie quasi quotidiane di vittime, spesso bambini. Non possiamo più tollerarlo. Sono problemi complessi, è vero, ma questa non può essere una scusa per l’inazione: abbiamo l’obbligo di provarci».

È stata una lunga cerimonia nel corso della quale hanno parlato e pregato una quindicina di capi religiosi delle chiese della zona: episcopali, cattolici, metodisti nippo-americani, luterani, fino ai canti e alle invocazioni di un rabbino e di un imam musulmano dagli ebrei ai musulmani. Poi Ha preso la parole Obama, che ha pronunciato con voce ferma un discorso che si è scritto da solo e che ha letto senza usare il “teleprompeter”.

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Commosso quando ha raccontato le storie degli insegnati che hanno dato la vita per difendere i bambini e ha pronunciato i nomi dei 20 piccoli trucidati. Preghiere, parole di conforto, ma stavolta anche la promessa di agire: «Queste tragedie devono finire, non possiamo più tollerarle. Dobbiamo cambiare. Dicono che le cause della violenza so no complesse. È vero: nessuna legge può estirpale il male dal mondo. Ma questa non può essere la scusa per rinunciare ad agire. Dobbiamo provarci: nelle prossime settimane userò i miei poteri per coinvolgere tutti – forze dell’ordine, professionisti della psichiatria, genitori ed educatori – in uno sforzo per prevenire questi assalti. Le stragi non possono diventare una “routine».

Obama non ha parlato di provvedimenti specifici per un maggiore controllo della armi, ma la via è ormai tracciata: la senatrice democratica Dianne Feinstein ha annunciato ieri che proporrà una legge per la reintroduzione della messa al bando delle armi automatiche e dei grandi caricatori subito dopo Capodanno, nel primo giorno di lavoro del nuovo Congresso. E il sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha invitato il presidente ad affrontare questa spaventosa realtà: nel suo secondo mandato, ha detto, 48 mila americani saranno uccisi dal fuoco di armi illegali.

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