da Londra
Francesca Marretta
Nelle ultime 48 ore sono stati uccisi nella zona di Peshawar, in Pakistan, almeno otto operatori umanitari, donne e uomini. Erano impegnati in una campagna di vaccinazione anti-polio, una malattia che attacca il sistema nervoso provocando paralisi, che colpisce ancora in Pakistan. In questo paese nel 2011 la polio ha lasciato duecento bambini paralizzati.
In Afghanistan e Nigeria la polio è ancora endemica. Altrove, grazie a campagne di vaccinazione di massa è quasi scomparsa, anche se l’Organizzazione Mondiale della Salute (Oms) ha recentemente reso noto che senza interventi preventivi potrebbero riaccendersi dei focolai, come è già accaduto in alcuni paesi africani e in Tajikistan.
Oltre agli omicidi di Peshawar, si registrano in queste ore attacchi a paramedici in varie zone del Pakistan. Martedì scorso quattro donne sono state ferite con armi da fuoco quattro donne nella zona di Karachi, mentre oggi sono stati colpiti umanitari nel distretto di Charsadda e Nowshera.
Le Nazioni Unite hanno ritirato il personale impegnato nelle campagne sanitarie.
Non è seguita rivendicazione al massacro di Peshawar, ma è noto che i talebani avevano vietato le vaccinazioni nelle aree in cui mantengono influenza. Gli operatori umanitari uccisi in queste ore sapevano dunque di essere in pericolo.
Di fronte a questa tragedia lo sdegno verso le bande talebane vede tutti concordi. I talebani sono brutali, ottusi e criminali. Privare bambini di un’immunizzazione che li salva da una vita sulla sedia a rotelle per una banale infezione è barbaro quanto ammazzare a sangue freddo chi lavora per vaccinarli.
I talebani avrebbero diffuso una leggenda popolare secondo la quale i vaccini servirebbero a una sterilizzazione di massa dei musulmani. Questa notizia è riportata da molti media internazionali In Pakistan sono però quasi tutti islamici, paramedici compresi. E’ credibile che i talebani diffondano credenze bizzarre. Ma c’è dell’altro.
Occorre riflettere sul fatto che quanto sta accadendo è anche conseguenza della copertura usata dalla Cia per scovare Osama Bin Laden in Pakistan.
Nel disprezzo del Diritto umanitario internazionale lo scorso anno gli Usa hanno usato una campagna di vaccinazione anti-epatite sotto la bandiera di Save the Children (che nega ogni coinvolgimento) per ottenere il Dna del ricercato numero uno al mondo. Bin Laden fu ucciso in un’operazione della Cia ad Abbottabad, il 2 maggio 2011 (Operation Neptune Spear).
A pagare in prima persona per questa gloriosa azione di Intelligence è stato il medico pakistano responsabile della campagna sanitaria nell’area in cui si nascondeva il capo di al-Qaeda, il dottor Shakil Afridi, incarcerato per alto tradimento dal governo di Islamabad e condannato a trentatré anni. Gli Usa hanno protestato con veemenza col governo pakistano. Una consolazione per la famiglia dell’uomo che marcisce in galera in nome del bene universale.
Barack Obama, Premio Nobel per la pace, si è sempre vantato dell’operazione da manuale dei suoi 007. I Navy Seal non hanno però lo stile di James Bond. Se non altro perché la cattura di Bin Laden, utilizzando operatori umanitari come copertura, viola la Convenzione di Ginevra.
E dato che, secondo quanto scrive in un libro di memorie uno dei partecipanti al blitz, Bin Laden era disarmato quando è stato ucciso, c’è stata anche flagrante violazione di Diritti Umani (violazione del Diritto alla vita e a un giusto processo).
Del leader ammazzato di al-Qaeda frega nulla a nessuno.
Degli operatori umanitari ammazzati in Pakistan in queste ore a qualcuno interessa. All’epoca del blitz di Abbottabad non furono poche le organizzazioni umanitarie a lanciare l’allarme per le conseguenza di tale azione.
E’ vero che per l’atto finale della cattura e uccisione di Bin Laden gli americani non arrivarono sotto la bandiera della Croce Rossa (Icrc), come fece invece l’ex Presidente colombiano Uribe per liberare Ingrid Betancourt, commettendo un crimine di guerra.
La sostanza però cambia di poco. Usare, in qualunque modo, personale umanitario come copertura di faccende militari è un crimine di guerra.
In questo senso i morti ammazzati in queste ora in Pakistan per somministrare vaccini se li porta sulla coscienza pure Obama.