Tibet: ancora un'immolazione per la libertà
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Tibet: ancora un'immolazione per la libertà

Si dà fuoco un ragazzo di 19 anni. E' il primo atto del 2013, contro l'autoritarismo della Cina in Tibet. E il Dalai Lama chiede spiegazioni.

Tibet: ancora un'immolazione per la libertà
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redazione Modifica articolo

13 Gennaio 2013 - 10.46


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Ancora un gesto estremo in Tibet. Un giovane tibetano di 19 anni si è immolato ieri per protestare contro il controllo cinese. Salgono così a 96 i morti dal febbraio 2009.

Il ragazzo, Tsering Dhondup (Tsebhe come soprannome), si è dato fuoco nella città di Achok, nella prefettura di Kanlho (Gannan per i cinesi), nella provincia cinese del Gansu, perdendo la vita sul posto a causa delle ferite riportate. Dandosi fuoco, il giovane ha urlato slogan per la liberazione del Tibet dall’occupazione cinese e in favore del ritorno del Dalai Lama.

Si tratta della prima immolazione del 2013, dopo che le autorità cinesi hanno rafforzato i controlli nelle aree tibetane, offrendo anche ricompense economiche e taglie per ottenere informazioni. Negli ultimi tempi le comunicazioni nelle aree tibetane cinesi sono a singhiozzo, mentre in alcune sono state tagliate. Non funzionano reti cellulari e telefoniche, inesistenti i collegamenti internet.

Una richiesta di spiegazioni alla Cina è arrivata dal leader spirituale dei buddisti tibetani, il Dalai Lama, in esilio dal 1959 a Dharamsala nel nord dell’India. Per il leader tibetano, le immolazioni sono indice della disperazione a cui i tibetani sono stati trascinati dalla politica di disinformazione e di censura operata da Pechino, che annienta la cultura tibetana nelle aree.

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