Questa mattina, alle prime luci dell’alba, un gruppo legato ad Al Qaeda ha attaccato il sito petrolifero algerino di In Amenas, nei pressi della frontiera con la Libia. Due persone, un francese e un inglese sono rimasti uccisi. Mentre secondo il quotidiano algerino el Watan, che cita non meglio specificate fonti della sicurezza, sono stati presi in ostaggio 41 stranieri, tra cui «sette americani, due francesi, dei britannici e dei giapponesi».
A rivendicare il blitz la brigata Khaled Abul Abbas, appartenente al Consiglio della Shura dei mujahidin del nord del Mali e vicina ad Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi). Il sequestro è «una vendetta nei confronti della Francia e dei Paesi che la sostengono».
L’obiettivo dell’attacco compiuto all’alba, un pulmino che stava trasportando all’aeroporto i dipendenti di un giacimento di gas gestito dalla Locale Sonatrach, dalla britannica Bp e dalla norvegese Statoil, nel sud del Paese ad Amenas, a 100 km dal confine con la Libia. Un blitz che non è riuscito così sono andati al giacimento. Due gli uomini uccisi. Tra i feriti, tutti trasportati all’ospedale di In Amenas, ci sono due agenti della sicurezza e quattro tecnici, due dei quali stranieri.
Secondo l’agenzia mauritana Ani, il blitz è stato guidato da Mokhtar NBelmokhtar. L’azione sembra una rappresaglia alla decisione dell’Algeria di concedere il sorvolo del proprio spazio aereo ai jet francesi che da venerdì scorso stanno bombardando in Mali le forze islamiste che controllano il nord del Paese. Organizzazioni che avevano minacciato rappresaglie contro i francesi ovunque nel mondo