Gli jihadisti preparano la guerra di lunga durata
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Gli jihadisti preparano la guerra di lunga durata

Nonostante l'offensiva francese in Mali, secondo molti esperti le ritirate dei qaedisti sono solo tattiche e gli scontri dureranno a lungo. [Francesca Marretta]

Gli jihadisti preparano la guerra di lunga durata
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16 Gennaio 2013 - 15.51


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da Londra

Francesca Marretta

L’intervento francese in Mali rischia di rafforzare ulteriormente l’alleanza strategica tra al-Qaeda, i nigeriani Boko Haram, noti anche come talebani d’Africa e i somali al-Shebaab. “Fratelli maliani portate pazienza e tolleranza e vincerete”, si legge sul sito degli islamisti somali affiliati ad al-Qaeda a firma di Ali Mohammed Rage. Nonostante al-Shebaab abbia di recente perso terreno in Somalia, ha avuto la meglio sulle forze speciali di Parigi nel blitz fallito per liberare un ostaggio francese (esponente dei servizi segreti) qualche giorno fa. Le truppe francesi sono pronte al confronto diretto nelle prossime ore. Gli insurrezionalisti islamici legati ad al-Qaeda attivi nel nord-est del Mali sono ben equipaggiati, hanno a disposizione mezzi di trasporto, kalashnikov, lanciagranate AGS17. Molte delle armi a disposizione vengono dagli arsenali di Gheddafi, saccheggiati ai tempi dell’intervento internazionale in Libia.
Secondo esperti di insurrezionalismo islamista come il tunisino Alaya Allani, le ritirate dei jihadisti attivi in Mali di fronte alle truppe regolari sono e saranno una tattica. L’arretramento strategico nel deserto serve per tornare a colpire.

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Mentre il Ministro degli Esteri francese Laurent Fabius è convinto che l’intervento in Mali si risolverà nel giro di settimane, l’ex Primo Ministro Michel Rochard socialista ha dichiarato che gli scontri nella ex colonia rischiano di protrarsi per una quindicina d’anni, mentre l’Ammiraglio Edouard Guillard ha detto mercoledì scorso che l’operazione in Mali durerà “il tempo necessario”.

Se ha ragione Rochard, l’incremento delle tasse per i super-ricchi introdotto dal suo collega di partito Hollande, servirà probabilmente a finanziare incrementi al budget della Difesa che aveva subìto dei tagli.

E’ chiaro che la Francia ha un interesse strategico nella ex colonia e nelle risorse minerarie del Sahel. Questo tornaconto di lungo periodo si scontra però con questioni di sicurezza ben più immediate che non si limitano al territorio maliano e agli sviluppi degli scontri sul terreno. La Francia potrebbe ritrovarsi nel mirino di attentati nel suo stesso territorio in conseguenza dell’azione in Africa Occidentale. A sud dell’Algeria, paese confinante col Mali, sono appena stati rapiti cinque giapponesi e un francese.

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I civili maliani costretti a fuggire oltreconfine tra Mauritania, Niger, Burkina Faso e Algeria sono già 150mila e l’Onu prevede che si arrivi presto a 230mila.
Oltre all’azione armata la Francia potrebbe attivarsi per tempo nell’organizzazione di corridoi umanitari. Qualcuno lo suggerisca a Hollande.

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