Le due Bibbie, quella di Licoln, quella appartenuta a Martin Luther King nel giorno dedicato al leader della rivolta nera americana, e che quest’anno ha coinciso con il giuramento del presidente degli Stati uniti. Barack Obma, primo presidente afroamericano degli Usa, ha letto questa coincidenza come un buon presagio, e ha voluto portare un pezzo di quel personaggio carismatico con sé al nastro di inizio di questa seconda legislatura, che certamente non sarà semplice.
Come sempre le cerimonie degli americani sanno essere toccanti e grandiose. 1,23 i milioni di dollari spesi per organizzare il secondo giuramento di Obama, che però è stata pensata in uno spirito di austerity. Bellissima Michelle Obama con il suo nuovo look (frangetta) e un semplice – ma elegantissimo – soprabito blu. E le due figlie rallegrate da cappotti colorati. Tante le star arrivate a festeggiare il presidente, come anche gli americani che però non hanno uguagliato la folla dei 3 milioni del primo giuramento di Obama.
L’investitura di Obama è stata introdotta da una intensa interpretazione di James Taylor che con voce e chitarra ha interpretato la canzone “Beautiful”. A tenere le Bibbie su cui ha giurato Obama la moglie Michelle.
Nel suo discorso inaugurale, a cui ha lavorato per molto tempo, Obama ha esordito dicendo: “Oggi continua un viaggio che non avrà mai fine” e riferendosi idelmente e in prima battuta proprio alla battaglia di Martin Luther King contro la segregazione dei neri ha detto: “Cio’ che unisce la nostra
nazione non èil colore della nostra pelle o l’origine dei
nostri nomi, ma che tutti gli uomini sono creati uguali ed hanno
diritti inalienabili”. E “riaggiornando” la questione dell’uguaglianza, obama ha detto “i diritti delle nostre sorelle e dei nostri fratelli omosessuali devono essere garantiti”. E ancora: “La storia ci insegna che la libertà ci viene da Dio, ma sono gli uomini a doverla mettere al sicuro”. Rivolgendosi al popolo perché “si agisca uniti, come una sola nazione”, Obama ha dato un’indicazione quasi di natura strettamente economica, ma che in realtà indica con chiarezza la direzione di marcia: “La nostra prosperità – ha infatti spiegato – deve venire dal lavoro di una classe media forte”.
L’aspetto economico, quello della crisi che ha attanagliato gli Stati uniti, secondo Barack Obama è alle spalle. E forse per la prima volta il presidente degli Stati uniti fa coincidere la crisi economica con le guerre decise dal suo predecessore Bush: “Un decennio di guerre sta per finire, la crisi è alle spalle. E’ il nostro momento, e lo sfrutteremo bene, se lo sfrutteremo assieme “, ha detto Obama “Ora l’obiettivo è ridurre il deficit. Tutti assieme sappiamo che il
libero mercato può produrre prosperità solo se ci sono regole
che assicurano concorrenza e correttezza tra tutti”.