Continua a salire il bilancio degli scontri violentissimi scoppiati stamani a Port Said, in Egitto, dopo l’annuncio della condanna a morte per 21 degli imputati nell’uccisione di 73 tifosi della squadra di calcio dell’Ahly, avvenuta circa un anno fa.
Tra le vittime figurano anche due calciatori della città. Si tratta di Tamer al-Fahla, ex portiere dell’al-Masry e Mohammad al-Dadhwi, che ha giocato con l’al-Mareekh.
Stamani, dopo la lettura della sentenza, gruppi di manifestanti, tra cui anche familiari dei condannati, hanno tentato di fare irruzione nel carcere per liberare i condannati. Oltre ai morti negli scontri, altre decine di persone sono rimaste ferite nell’attacco della folla inferocita al penitenziario.
Al Cairo nello stesso momento migliaia di tifosi dell’Ahly festeggiavano il verdetto con balli, canti e fuochi d’artificio.
E’ stata una nuova fiammata di violenza che segue la giornata di ieri quando il secondo anniversario della rivoluzione contro l’ex presidente Hosni Mubarak si è trasformato in un bagno di sangue. Negli scontri scoppiati tra manifestanti e forze di polizia al Cairo, Alessandria, Ismaila, Port Said e Suez sono rimaste uccise 10 persone, 8 dimostranti e due poliziotti, e ferite altre 400 persone.
In piazza Tahrir al Cairo ieri riecheggiava “Il popolo vuole la caduta del regime”, lo slogan della sollevazione anti-Mubarak, ora rivolto al presidente Mohammed Morsi e al suo movimento politico, i Fratelli musulmani. Anche questo è un regime da abbattere, dice l’opposizione progressista, perchè non ha risposto alle domande di riforme democratiche e giustizia sociale per cui due anni fa il popolo egiziano versò il proprio sangue.