Soldi turchi per i Balcani neo ottomani
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Soldi turchi per i Balcani neo ottomani

Ad Ankara nasce una "trilaterale" con Serbia e Bosnia: nuovi progetti nell'energia, agricoltura, infrastrutture. Dice il presidente serbo, "collaboreremo fino all'ultimo atomo".

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6 Febbraio 2013 - 10.58


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Da un’antica storia di Impero ad una voglia di collaborazione economica a tutto campo. Il presidente serbo Tomislav Nikolic durante la sua visita ad Ankara annuncia la nascita di un accordo con Turchia e Bosnia Erzegovina per la nascita di iniziative economiche comuni, ed anzi secondo la “Tanjug” il presidente turco, Abdullah Gul, dice che “questa sarà la base per un boom dei nostri investimenti nella penisola balcanica”. Per i tre Paesi, dice Nikolic, “è arrivato il momento di cooperare fino all’ultimo atomo” in progetti infrastrutturali che potranno ottenere progressi immediati. Delegazioni di imprenditori serbi e turchi hanno già messo in cantiere incontri e valutazioni affari comuni.

Il riavvicinamento fra la Serbia ed il suo antico dominatore ha avuto inizio nel 2002 con un primo “business council” cui nel tempo ne sono seguiti altri dieci: l’ultimo ha avuto luogo a Belgrado il 30 maggio dell’anno scorso e gli affari che si stanno mettendo in atto fra i due Paesi riguarderanno soprattutto l’agroalimentare, il settore automobilistico, le cartiere, la vendita di materiali ferrosi. Dal febbraio del 2011 la compagnia petrolifera serba “Nis”, che è di proprietà della “Gazprom” russa, ha aperto una linea di esportazione anche in direzione della Turchia dove ha venduto carburanti per più di 52 milioni di dollari e nell’ultimo decennio l’interscambio ha continuato a crescere anche se un ovvio deficit da parte serba (429 milioni di import annuale contro un export di 186).

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Nel frattempo fra Belgrado, Nis e Novi Pazar, capoluogo del Sangiaccato a maggioranza musulmana si sono installate 20 imprese turche. Fra i due Paesi e’ in vigore un accordo di libero commercio firmato nel 2009. Adesso la “trilaterale” proposta da Ankara promette di sposate la cooperazione dal piano dello scambio a quello della produzione: le societa’ turche e gli investitori privati si mostrano particolarmente attivi neo settori autostradali ed in quello dell’energia ma mostrano interesse anche verso altri campi fra i quali il tessile e l’agricoltura.

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