Raccontiamo del piccolo Maxim Kuzmin, protagonista di una vicenda che scatena le ire del Cremlino.
Maxim Kuzmin è un bambino di tre anni. Solo tre anni, ma infelici, vissuti tra la Russia e gli Stati Uniti. Tre anni chiusi tragicamente. Adottato da una famiglia texana in un orfanotrofio russo, il piccolo Maxim viene maltrattato e ucciso dalla sua neomamma. Una tragica storia di abbandono, di sofferenza e di violenza. Una vicenda che muove sentimenti universali, che sembrano non conoscere confini. E invece no, la vicenda di Maxim all’improvviso diventa un nuovo, incredibile capitolo di guerra fredda tra Mosca e Washington che ricorda steccati d’altri tempi. Con l’aggravante che di mezzo c’è la fine tragica di una piccola vita. La “guerra” comincia nel dicembre del 2012 e viene chiamata “Magnitzkiy contro Jakovlev”. Ma, per ricostruire il tutto, facciamo un passo indietro.
Chi e’ Serghej Magnitskij? L’’avvocato russo Sergey Magnitskij, 29 anni, lavora a Mosca per una societa’ angloamericana, Hermitage Capital Management. Arrestato con l’accusa di frode e evasione fiscale, Magnitskij si ammala e muore misteriosamente in carcere senza ricevere cure e assistenza legale. Prima di morire, l’avvocato denuncia che le accuse mosse nei suoi confronti siano infondate e che quel che subisce, lo subisce solo perché le massime autorita’ russe vogliono estorcere una gigantesca somma di denaro alla sua compagnia. La storia di Magnitskij commuove Obama. Il Congresso Usa approva da li a poco la cosiddetta “legge Magnitskij”, legge che vieta l’ingresso negli Stati Uniti ad una serie di alti funzionari coinvolti nella vicenda.
Chi e’ Dima Jakovlev? E’ un bambino russo di un orfanotrofio di Pskov adottato negli Stati Uniti. Il padre adottivo del piccolo dimentica il bambino in auto per alcune ore. Il piccolo muore asfissiato. All’approvazione della “legge Magntiskij” il Cremlino reagisce con la ”norma Jakovlev” che vieta l’adozione di bambini russi in America. Provvedimento che getta nella disperazione migliaia di famiglie statunitensi in attesa di adottare un bambino russo.
In breve, questa la storia dei tesissimi rapporti Usa-Russia. Una ”guerra” nella quale la vicenda del piccolo Maxim rischia di essere strumentalizzata. Accade così che i deputati della Duma si alzino in piedi per ricordare con un minuto di silenzio il bambino. Maxim vittima non una, ma due volte.
Nella stessa Mosca e dalle organizzazioni internazionali che si occupano di infanzia, una domanda: perche’ i deputati della Camera bassa del parlamento non si alzano mai per ricordare i 700 mila bambini abbandonati dell’immenso Paese? Un esercito di bambini dimenticati da tutto e da tutti, che vivono allo sbando, mentre il governo russo fa la voce grossa agli Usa, invitandoli a seguire con più attenzione la vita degli orfani russi adottati in America. Nell’attesa di conoscere i risultati della guerra “Magnitzkij contro Jakovlev”, basta uscire dal quadrilatero turistico di Mosca per incontrare dei piccoli che chiedono l’elemosina.