Ridotta la pena per gli assassini di Arrigoni
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Ridotta la pena per gli assassini di Arrigoni

Tutto deciso prima, spiega la cooperante italiana Meri Calvelli presente a Gaza. L’udienza è durata 5 minuti, i giudici hanno accolto l’appello e chiuso subito il processo.

Ridotta la pena per gli assassini di Arrigoni
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19 Febbraio 2013 - 10.50


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di Michele Giorgio

Una sentenza di appello vergognosa ha regalato oggi uno sconto di pena enorme a Tamer Hasasna e Mahmud Salfiti, condannati lo scorso settembre all’ergastolo per il sequestro e l’assassinio il 15 aprile 2011 di Vittorio Arrigoni, attivista italiano dei diritti del popolo palestinese conosciuto da tanti solo come “Vik”

La cooperante italiana Meri Calvelli che ha partecipato all’udienza, riferisce che “tutto era stato deciso prima, il processo di appello è durato cinque minuti”. “Non c’e’ stato dibattimento – prosegue Calvelli – i giudici si sono limitati a comunicare di aver accolto l’appello presentato dai condannati e di aver pertanto ridotto la pena a 15 anni”. La cooperante aggiunge che era palese la soddisfazione sui volti dei due condannati e dei loro familiari.

Non esageriamo parlando di sentenza scandalosa. La riduzione della pena apre la strada ad una scarcerazione, magari per buona condotta, entro tempi relativamente brevi per Salfiti e Hasasnah. Non solo, a questo punto la sentenza di appello prevista domenica prossima per Khader Jram, che sconta a 10 anni perché colpevole di aver collaborato con i rapitori, fornendo informazioni sui movimenti abituali di Vittorio Arrigoni, potrebbe regalare la scarcerazione quasi immediata al condannato che ha già passato un anno e mezzo in cella.

Leggi anche:  Gaza, strage continua: gli israeliani uccidono altri 17 palestinesi tra cui bambini sfollati in una scuola

Non si può non provare un forte malessere di fronte a questa notizia. I condannati, certo, avevano diritto all’appello ma il processo, come si temeva, non è servito a chiarire i punti oscuri dell’assassinio di “Vik” e si è rivelato una scorciatoia per alleggerire le condanne. Non erano un mistero le pressioni in quella direzione che le famiglie di Hasasna, Jram e Salfiti hanno fatto in questi ultimi mesi sulle autorità di Hamas, che controllano la Striscia di Gaza.

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