Dopo due anni di mattanza il mondo si scopre fermo al punto d’inizio della tragedia siriana, che nel frattempo però è andata avanti, mietendo un numero di vittime che è quasi impossibile contare. Sono soprattutto i bombardamenti aerei dei centri abitati da parte dell’aviazione siriana, un fatto senza precedenti e che dura ormai da moltissimi mesi, a rendere la devastazione e il numero delle vittime impressionanti.
E così il Dipartimento di Stato americano ha annunciato che Washington sta considerando la possibilità di imporre una no-fly zone in Siria. La portavoce del Dipartimento, Victoria Nuland, ha infatti affermato che gli Stati Uniti stanno valutando tutte le opzioni per sostenere la soluzione pacifica del conflitto in Siria e la possibilità anche di questa opzione, per salvare la vita della popolazione civile.
L’ammiraglio James Stavridis, comandante delle forze Usa in Europa, in precedenza aveva detto che i paesi della Nato stanno preparando un piano per fermare il sanguinoso conflitto in Siria che dura da due anni.
Secondo Stavridis un certo numero di paesi della Nato sta studiando la possibilità di un intervento militare per porre fine alla guerra civile in Siria e per fornire un supporto all’opposizione, compreso l’uso degli aeri per imporre una no-fly zone.
Il Segretario Generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha annunciato che l’alleanza atlantica non sta progettando un intervento militare in Siria ma intende porre fine al conflitto armato nel paese, sottolineando la necessità di trovare una soluzione politica alla crisi siriana.
Chissà, tutte le derive di cui si parla in questi ultimi mesi, tutte gli orrori di cui si è raccontato in questi due anni, tutto questo avrebbe potuto essere diverso. Ora però Nato e Usa ci pensano…